Data: 25/07/2018 18:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax � La sola collaborazione e l'assenza di attuali collegamenti con la mafia non presume un ravvedimento. In base a questo principio la Suprema Corte, con la sentenza n. 35217 del 24 luglio scorso, ha negato i domiciliari a Giovanni Brusca, boss mafioso pentito, ratificando la decisione dell'ottobre 2017 presa dal tribunale di sorveglianza di Roma. Brusca sta scontando una pena a 30 anni che terminer� nel 2022. Al boss non � stato dato l'ergastolo in base ai benefici riconosciuti per la sua collaborazione.

La Suprema Corte nega gli arresti domiciliari a Brusca

Gi� lo scorso ottobre, il tribunale di sorveglianza di Roma aveva negato il beneficio, osservando nell'ordinanza �come il ravvedimento non potesse tuttora ritenersi di pregnanza tale da giustificare la de-istituzionalizzazione, in relazione ad una revisione critica che gli operatori penitenziari valutavano meramente assertiva e a un atteggiamento del condannato di carattere "pretensivo" e comunque insoddisfacente sotto il profilo riparativo�. Infatti, proseguiva il provvedimento �Al di l� della verbalizzata sensibilit� confronti delle vittime non vi sarebbe stato alcun passo concreto nei loro confronti, n� alcuna effettiva disponibilit� al risarcimento, anche di tipo simbolico�. Sullo stesso binario viaggia la recente sentenza.

La Cassazione, ancora in precedenza nel 2010, sempre a proposito di una richiesta di detenzione ai domiciliari aveva specificato che non bastava, nel caso di Brusca, la buona condotta in carcere e la partecipazione fattiva alle attivit� rieducative, sarebbero servite invece �pi� significative manifestazioni � come, ad esempio - concrete iniziative riparatorie nei confronti di quanti avessero subito le conseguenze dei reati commessi, dotate di forza e ampiezza tali da rivelare un serio intento di riconciliazione con a societ� civile cosi gravemente offesa�.

No ai domiciliari a Brusca, i principi affermato dalla Cassazione

Per i giudici della Cassazione con la recente pronuncia, gli �specifici elementi di resipiscenza�, nel caso di un soggetto della �caratura criminale� come il boss mafioso Brusca, �con la pregressa devianza�, non bastano poich� devono essere sostenuti anche da �concrete iniziative riparatorie� che evidenzino �un serio intento di riconciliazione con la societ� civile cos� gravemente offesa�. L'ultima sentenza conferma in punto che, per la concessione dei benefici penitenziari in favore dei collaboratori di giustizia �il requisito del "ravvedimento" non pu� essere oggetto di una sorta di presunzione, formulabile sulla sola base dell'avvenuta collaborazione e dell'assenza di persistenti collegamenti del condannato con la criminalit� organizzata, ma richiede la presenza di ulteriori, specifici elementi, di qualsivoglia natura, che valgano a dimostrarne in positivo, sia pure in termini di mera, ragionevole probabilit�, l'effettiva sussistenza�.


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