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Data: 04/08/2018 06:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli di Valeria Zeppilli – La breve sosta che è costretto a compiere un veicolo nel traffico non può essere considerata una condizione tale da legittimare l'esonero dall'utilizzo delle cinture di sicurezza. Il principio si evince, sebbene in maniera indiretta, dalla sentenza numero 20230/2018 della Corte di cassazione (qui sotto allegata) che ha confermato la decisione del Tribunale di escludere che in casi come quello sopra prospettato il veicolo non può considerarsi in condizione statica come invece tentava di far valere l'automobilista sanzionato. Si tratta, infatti, di un accertamento di fatto che non può costituire oggetto di rivalutazione in sede di legittimità. Breve sostaIl giudice del merito era andato anche oltre, precisando che "l'uso della cintura di sicurezza si esplica anche durante una "breve sosta" nell'ambito di una coda di veicoli, essendo diretto a prevenire il rischio di tamponamento". Necessaria la querela di falsoPeraltro, come ricordato dalla Corte di cassazione, la condizione di stasi o di moto di un veicolo è presupposta dalla contestazione relativa al mancato uso delle cinture di sicurezza e, quindi, rappresenta oggetto diretto dell'accertamento dei verbalizzanti. Di conseguenza, l'unico strumento per porla in discussione è quello della querela di falso. Solo in tal modo, infatti, è possibile esaminare le questioni concernenti l'alterazione, nel verbale, della realtà degli accadimenti e dell'effettivo svolgersi dei fatti, anche se essa è involontaria o deriva da cause accidentali. |
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