Data: 06/08/2018 10:51:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - Il "taglio" dei vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandato è un intervento normativo possibile, ma la nuova disciplina dovrà essere "razionale e non arbitraria", dovendo sussistere altresì "una causa normativa adeguata e giustificata da un'inderogabile esigenza di intervenire o da un interesse pubblico generale".

Lo ha chiarito il Consiglio di Stato nel parere n. 2016/2018 (qui sotto allegato), richiesto dal Consiglio di presidenza del Senato guidato da Maria Elisabetta Alberti Casellati dopo l'approvazione della Camera sulla riforma della disciplina dei cosiddetti "vitalizi".

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Il Senato della Repubblica, dopo aver premesso che il Parlamento intende procedere a una riforma della disciplina dei vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandate, si è interrogato in particolare sulla legittimità costituzionale di un intervento di tale portata e sullo strumento normativo da adottare all'uopo.

Consiglio di Stato: sì al taglio dei vitalizi

Per il Consiglio di Stato un intervento normativo in materia è possibile, ma dovrà "rispettare i parametri del quadro costituzionale, tenendo conto, peraltro, delle peculiarità proprie dei cd. vitalizi, raffrontando la causa giustificativa dell'attribuzione del beneficio con la causa giustificativa dell'intervento normativo che si intende adottare, operando un bilanciamento dei diversi interessi che eventualmente vengano in conflitto".

Ai fini della valutazione della ragionevolezza della norma retroattiva, il Collegio rammenta altresì il "necessario bilanciamento" che si deve compiere tra il perseguimento dell'interesse pubblico sotteso al mutamento normativo e la tutela da riconoscere al legittimo affidamento nella sicurezza giuridica, nutrito da coloro che hanno conseguito una situazione sostanziale consolidata sulla base della normativa previgente.

Tagli ai vitalizi razionali e non arbitrari

Pertanto, conclude la Commissione Speciale, è possibile incidere sulle situazioni sostanziali poste dalla normativa precedente, cioè sull'affidamento al mantenimento della condizione giuridica già maturata, solo allorché la nuova disciplina sia razionale e non arbitraria, non pregiudichi in modo irragionevole la situazione oggetto dell'intervento e sussista una causa normativa adeguata e giustificata da un'inderogabile esigenza di intervenire o da un interesse pubblico generale, entrambi riguardati alla luce della consistenza giuridica che ha assunto in concreto l'affidamento.
Palazzo Spada ha concluso nel senso dell'idoneità dello strumento regolamentare, approvato con delibera adottata ai sensi dell'art. 12 del regolamento del Senato, a disciplinare il regime dei vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandato.
Al contempo, i giudici amministrativi hanno escluso la sussistenza di profili di possibile responsabilità, a carico del Consiglio di Presidenza e dei suoi componenti, derivanti dall'approvazione della delibera in considerazione.

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