Data: 16/04/2006 - Autore: www.laprevidenza.it
L'Italia sta diventando un Paese multietnico. Le ondate migratorie degli ultimi anni hanno condotto nel nostro paese milioni di persone dalle caratteristiche fisiche e dalle origini etniche molto diverse dalle nostre. Nei confronti dei cittadini stranieri, i cui figli frequentano le nostre scuole e sono a tutti gli effetti nostri concittadini, il nostro Paese intende assicurare la necessaria tutela da ogni forma di discriminazione. Va sottolineato come la discriminazione sia sempre dolorosa e come, in alcuni casi, possa divenire anche violenta. Essa pu� assumere mille volti e nella maggior parte dei casi � impossibile individuarne una forma ben connotata. Talvolta anche il semplice disprezzo e la discriminazione quotidiani e sottili offendono e arrecano danno alle vittime. La discriminazione, inoltre, pu� manifestarsi nella vita quotidiana e nei rapporti di dipendenza: durante la ricerca di un impiego, sul posto di lavoro, alla ricerca di un alloggio, nel vicinato, a scuola, nei con tatti con le autorit� e all'interno della famiglia. La discriminazione razziale �, per fortuna, raramente diffusa in Italia ed ancora pi� raramente essa � dettata da un'ideologia razzista e, nella maggior parte dei casi, essa si manifesta con paure diffuse, pregiudizi e atteggiamenti aggressivi. Non mancano, tuttavia, episodi isolati che meritano di essere segnalati all'attenzione degli operatori del diritto per evitare in avvenire il ripetersi di accadimenti che minano alla radice i principi di civile convivenza e di rispetto della dignit� umana che sono fondamentali per ogni societ� multietnica. In tale direzione assume un importante rilievo la sentenza n. 46783/2005, con la quale la Suprema Corte ha condannato alla pena di quattro mesi di reclusione un barista che si era pi� volte rifiutato di servire le consumazioni richieste da cittadini nord africani. (Mario Pavone) LaPrevidenza.it, 21/03/2006 Articolo di Mario Pavone
Tutte le notizie