Data: 08/08/2018 12:30:00 - Autore: Annamaria Villafrate

di Annamaria Villafrate - L'otto per mille è una quota delle imposte Irpef che il contribuente può destinare alla Chiesa cattolica, ad altri culti religiosi o allo Stato. Istituito nel lontano 1985 con la legge n. 222, per destinarlo è sufficiente compilare la scheda allegata al modello 730, Persone Fisiche o a quella prevista per chi è esonerato dal presentare la dichiarazione dei redditi.

Nel 2016 la Corte dei Conti ha sollevato alcune problematiche relative all'entità, all'utilizzo dei fondi e alla scarsa trasparenza dei meccanismi di assegnazione, sui quali il Governo è chiamato a intervenire.

Ecco la guida completa:

Cos'è l'Otto per mille

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L'otto per mille, ossia la quota delle imposte sui redditi IRPEF che lo Stato eroga, in base alle scelte compiute dai contribuenti in sede di dichiarazione, viene introdotto nel nostro ordinamento dalla legge n. 222/1985. Questa legge attua l'Accordo di Villa Madama del 1984 tra Stato e Chiesa, che introduce alcuni elementi di novità ai Patti Lateranensi del 1929. Prima di tale accordo lo Stato, gli enti pubblici e i comuni provvedevano al pagamento degli stipendi del clero cattolico attraverso l'assegno di congrua. Con l'introduzione dell'otto per mille, nell'ottica di una visione più democratica, si decide di sostenere non solo la chiesa Cattolica, ma anche le altre religioni, facendo scegliere al contribuente a chi destinare la propria quota.

Otto per mille: disciplina

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Come anticipato, l'otto per mille è stato introdotto nel 1985 dalla legge n. 222/1985, il cui art. 47, tra l'altro, dispone che:

"A decorrere dall'anno finanziario 1990 una quota pari all'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali, è destinata, in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica.

Le destinazioni di cui al comma precedente vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi. In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse."

Dalla lettura della norma sembra quasi che il contribuente sia obbligato a scegliere a chi destinare il suo otto per mille. La questione in realtà è più complessa, perché, se da un lato il contribuente non è costretto a scegliere a chi destinare l'otto per mille, questo non vuol dire che il suo otto per mille non verrà comunque prelevato. Significa solo che sarà lo Stato a scegliere a chi erogarlo, in proporzione alle scelte espresse dai contribuenti. Regola a cui fa eccezione la quota spettante alle Assemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Apostolica in Italia, che non viene attribuita proporzionalmente, ma devoluta alla gestione statale.

Otto per mille: a chi può essere destinato?

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I soggetti ai quali è possibile destinare l'otto per mille sono:

  • lo Stato;
  • la Chiesa Cattolica;
  • la Chiesa apostolica in Italia;
  • l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane;
  • l'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia;
  • l'Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno;
  • la Chiesa Evangelica Luterana;
  • la Chiesa Evangelica Valdese;
  • le Assemblee di Dio;
  • la Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale;
  • l'Unione Buddhista Italiana;
  • l'Unione Induista Italiana;
  • l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

Otto per mille: la gestione straordinaria statale

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L'art. 48 della legge 222/1985 precisa quali sono gli interventi ammessi alla ripartizione dell'otto per mille gestiti dallo Stato: "Le quote di cui all'articolo 47, secondo comma, sono utilizzate: dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamita' naturali, assistenza ai rifugiati (e ai minori stranieri non accompagnati), conservazione di beni culturali, e ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica; dalla Chiesa cattolica per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo".

Otto per mille: finalità

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Gli obiettivi perseguiti e finanziati dall'otto per mille sono:

  • interventi sociali;
  • azioni umanitarie, anche a favore dei Popoli del Terzo Mondo;
  • calamità naturali;
  • fame nel mondo;
  • assistenza ai rifugiati;
  • attività culturali;
  • tutela delle minoranze;
  • contrasto al razzismo;
  • realizzazione e manutenzione degli edifici destinato al culto;
  • promozione della pace;
  • difesa della vita in tutte le sue forma;
  • conservazione dell'ambiente;
  • sostentamento dei ministri del culto.

Otto per mille: come destinarlo

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I contribuenti che sono esonerati dall'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, possono decidere a chi destinare l'otto per mille dell'Irpef, compilando la scheda allegata e consegnandola in busta chiusa

  • a uno sportello dell'ufficio postale;
  • a un intermediario (professionista, Caf, ecc.) abilitato a trasmettere telematicamente la scheda;
  • o inviandola online tramite i servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate.

Chi invece è obbligato a presentare il modello 730-1 o Persone Fisiche deve compilare le schede allegate a ciò destinate, all'interno della quali ci sono appositi spazi dedicati ai vari destinatari dell'otto per mille. Il contribuente per destinare la sua quota deve solo apporre la propria firma all'interno della casella del beneficiario prescelto.

L'intervento della Corte dei Conti sull'8xmille

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La Corte dei Conti, organo ausiliario del potere legislativo e amministrativo, con importanti funzioni consultive e giurisdizionali, nella relazione alla delibera n. 16/2016 (sotto allegata), in relazione all'otto per mille, ha segnalato:

  • "la problematica delle scelte non espresse e la scarsa pubblicizzazione del meccanismo di attribuzione delle quote;
  • l'entità dei fondi a disposizione delle confessioni religiose;
  • la poca pubblicizzazione delle risorse erogate alle stesse;
  • lo scarso controllo sui fondi di competenza statale;
  • la rilevante decurtazione della quota statale;
  • l'incoerenza nella destinazione delle risorse derivanti dall'opzione a favore dello Stato e
  • la lentezza nella loro assegnazione."

Insomma secondo la Corte dei Conti sono diversi i punti di debolezza dell'otto per mille, visto che anche la quota di chi non firma viene comunque distribuita, l'erogazione dei fondi non è così trasparente, ma soprattutto non ci sono controlli sull'utilizzo degli stessi.

Già nel 2014 la Corte dei Conti aveva rilevato come, a fronte dei tagli ai fondi destinati ad altre finalità sociali, quelli destinati alla Chiesa e agli altri culti, sono aumentati costantemente.

Le criticità sollevate dalla Corte dei Conti in sostanza rendono il meccanismo dell'otto per mille immotivato, almeno per come è gestito attualmente, per questo è necessario un intervento di riforma da parte del Governo.


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