Data: 08/08/2018 15:50:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – «La riorganizzazione dell'Agenzia delle Entrate in atto non cambia nulla, considerato che è posta in essere con le stesse metodologie precedenti». Questa è la critica posta da Paolo Boiano, vicesegretario generale aggiunto della Dirstat.

Dirstat: governo applichi spoil system

Dopo la sentenza della Consulta, secondo il vicesegretario, si sarebbe dovuto mettere un punto e iniziare a fare concorsi per i posti dirigenziali all'Agenzia delle entrate, invece si continuano a fare chiamate dirette, intuitu persone.

Nel corso di un'intervista Boiano pone l'attenzione sul «persistente e anomalo sistema posto in essere dall'Agenzia delle entrate che, da circa vent'anni, va avanti». A nulla sono servite «le ultime sentenze della giustizia amministrativa e della Corte costituzionale affinché sia ripristinata la legalità». Secondo Boiano, la riorganizzazione in atto rappresenta «la continuazione dei medesimi sistemi e metodologie precedenti – poiché - non sono previste regolari prove concorsuali così come statuito dalla Consulta. Si deve prendere atto che le agenzie fiscali sono enti pubblici non economici e, in quanto tali, devono rispettare tutte le norme che regolano la pubblica amministrazione. E' necessario che il nuovo governo consideri la discontinuità, conditio sine qua non per far funzionare correttamente l'amministrazione finanziaria, iniziando a recuperare buona parte di quanto sottratto alle casse dello Stato (oltre cento miliardi) per incapacità gestionali».

Dunque conclude Boiano «la problematica è dell'Agenzia delle Entrate che persevera nelle reiterate violazioni di leggi, regolamenti e giurisprudenza. Auspichiamo – afferma Boiano - che il governo del cambiamento mantenga fede a quanto affermato durante la competizione elettorale e, applicando lo SPOIL SYSTEM, pratica politica da sempre posta in essere da tutti i governi che si sono avvicendati, rinnovi la burocrazia che in questi anni non è riuscita a far funzionare adeguatamente la macchina fiscale con scarso rispetto per lo Stato di diritto».


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