Data: 16/08/2018 08:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

di Annamaria Villafrate - Il quoziente familiare è un sistema impositivo da tempo applicato in Francia per incentivare la natalità. In Italia per il momento il sistema fiscale è a base individuale, anche se sono previsti alleggerimenti fiscali per chi ha famiglia. Come funziona? In pratica l'aliquota fiscale verrebbe applicata sulla somma dei redditi familiari, divisa poi per il numero dei suoi componenti. Ne consegue che le famiglie più avvantaggiate sarebbero quelle con redditi elevati e numerose. In questi giorni se ne sta tornando a parlare dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, che vuole introdurre questo metodo d'imposizione entro la fine della legislatura. In realtà ci sono proposte del 2008 e del 2013 su questa tema, mai sfociate in una legge. Il 6 giugno però Renata Polverini ha presentato una nuova proposta di legge sul quoziente familiare. Non resta che attendere i futuri ed eventuali sviluppi.

Indice:

Quoziente familiare: cos'è

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Il quoziente familiare è una forma di tassazione del reddito "familiare". Ispirato al modello francese, il quoziente familiare persegue la finalità di far pagare meno tasse alle famiglie numerose visto che, solo tenendo conto del numero dei componenti della famiglia, è possibile garantire l'equità fiscale e stimolare la crescita demografica.

Il sistema fiscale italiano

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Nel nostro paese, l'introduzione del quoziente familiare andrebbe a stravolgere il modello fiscale italiano, che prevede l'applicazione di aliquote percentuali crescenti sul reddito individuale. Ogni contribuente infatti presenta la sua dichiarazione dei redditi e paga un'imposta personalizzata. Questo non significa che il nostro sistema fiscale ignori completamente le famiglie. Per esse infatti sono previste detrazioni, esenzioni e agevolazioni di vario tipo, che però, secondo i partiti di centro destra, massimi sostenitori del quoziente familiare, non bastano ad alleggerire il peso delle imposte.

Quoziente familiare: come si calcola

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Il quoziente familiare va ad agire sul tasso dell'imposta, che viene determinata da un coefficiente, da calcolarsi tenendo conto del reddito complessivo della famiglia, del numero e dello status dei suoi componenti. Semplificando: prima si sommano i redditi del nucleo familiare, poi il risultato viene diviso per il numero dei suoi membri. Pertanto se una coppia è sposta e non ha figli, si sommerà semplicemente il reddito del marito (es. 20 mila euro) quello della moglie (es. 10 mila euro) per un totale di 30 mila euro, e si applicherà l'aliquota su 15 mila euro dato dalla divisione del reddito (30 mila euro) per il numero dei componenti del nucleo familiare (2). In questo modo, in un sistema tributario che prevede aliquote progressive, il totale delle imposte si riduce all'aumentare del numero dei membri familiari, perché il reddito così diviso per il quoziente familiare finisce nello scaglione inferiore e l'imposta risulta più bassa, rispetto a quella dovuta, ad esempio, da un single.

Quoziente familiare: quali vantaggi

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Il quoziente familiare però non è vantaggioso per tutti i tipi di famiglie, ma solo per quelle con redditi più elevati o con tanti componenti. Prendendo come base di riferimento per il calcolo sempre una coppia senza figli, la somma dei redditi, come abbiamo visto, viene divisa per due, ma tra loro a guadagnarci è il coniuge con il reddito più alto. Grazie alla somma con il reddito dell'altro coniuge e all'applicazione del quoziente familiare infatti l'aliquota fiscale a lui applicabile risulta più bassa di quella che gli verrebbe applicata su base individuale.Questa situazione pertanto avvantaggia solo chi è detentore di un reddito elevato, creando così un effetto distorto, nel senso che alla fine, chi all'interno della famiglia guadagna meno paga più tasse.

Quoziente familiare: le proposte

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Di quoziente familiare si è occupata nel 2008 la senatrice Baio, che nel disegno di legge n. 702-2008 ha evidenziato come "Tutta la letteratura specifica, ivi comprese le numerose indagini del Parlamento, concorda nel ritenere il sistema fiscale francese (appunto a quoziente familiare) il più giusto ed il più efficace per la famiglia. Quello italiano si caratterizza invece per una singolare contraddizione: esso si fonda sulla tassazione a base individuale (che a parità di reddito penalizza le famiglie monoreddito) e contemporaneamente determina le tariffe sulla base del reddito familiare, se non addirittura sul patrimonio della famiglia."

L'art. 3 di detto disegno di legge dedicato nello specifico al quoziente familiare stabilisce che il reddito familiare, determinato nel rispetto di quanto previsto da precedente art. 2, deve essere diviso per la somma dei coefficienti attribuiti ai vari componenti familiari nelle seguenti misure: 1 per il primo percettore di reddito; 0,65 per il coniuge; 0,5 per il primo figlio; 1 per il secondo e il terzo figlio; 0,5 per i figli seguenti e per i soggetti indicati dall'art 433 cc. ossia i soggetti che hanno diritto agli alimenti. L'imposta viene a questo punto calcolata "applicando al reddito, le aliquote vigenti e moltiplicando l'importo ottenuto per la somma dei coefficienti attribuiti ai componenti della famiglia." Il regime del quoziente familiare, secondo questo progetto di legge, non solo non esclude l'applicazione ulteriore di detrazioni, esenzioni e ulteriori benefici fiscali, ma rappresenta un'alternativa al regime fiscale su base individuale, che il contribuente potrà ancora scegliere.

Il 2013 invece è l'anno della proposta di legge n. 396 del deputato Renata Polverini, che a differenza della proposta della collega, all'art 3 del disegno di legge prevede che: "Nel caso di applicazione del quoziente familiare, l'imposta lorda è determinata applicando al reddito familiare, determinato ai sensi degli articoli 4 e 5, le seguenti aliquote per scaglioni di reddito:

  • a) fino a 15.000 euro, 23 per cento;
  • b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 27 per cento;
  • c) oltre 28.000 euro e fino a 40.000 euro, 38 per cento;
  • d) oltre 40.000 euro e fino a 60.000 euro, 42 per cento;
  • e) oltre 60.000 euro, 45 per cento."

Quoziente familiare: prospettive future

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Vistando il sito della camera dei Deputati infine risulta che il 6 giugno 2018 è stato presentato un nuovo progetto di legge, il n. 706 sempre del deputato Renata Polverini, da assegnare, di cui non è ancora disponibile il testo. Insomma la Polverini ci riprova, anche se dalle parole di Matteo Salvini, non è dato sapere quando si metterà mano al quoziente familiare. Per ora il Ministro dell'Interno si limita a dichiarare: "L'obiettivo che mi pongo da qui fino a fine governo è introdurre il concetto di quoziente familiare, in modo da premiare la natalità e la scommessa sul futuro. Intanto il primo obiettivo è sostenere la parte produttiva attraverso un abbassamento delle tasse: se già riusciamo ad aiutare le partite Iva, i produttori, i commercianti, gli artigiani, i piccoli imprenditori, è un primo passo. Anche loro sono padri e sono madri, un euro di tassa in meno è un euro in più per i figli".

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