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Data: 16/08/2018 11:00:00 - Autore: Gabriella Lax di Gabriella Lax – Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio vorrebbe reintrodurre la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. E non ne fa mistero, il vicepremier che, sentito dal Corriere della Sera, evidenzia: «Viste le crisi che ci ha lasciato il precedente Governo si impone un decreto legge per ricostituire la cassa integrazione per cessazione». I decreti attuativi del Jobs Act, la riforma del lavoro del governo Renzi, avevano eliminato, dal primo gennaio 2016, la possibilità di accedere al trattamento straordinario di integrazione salariale per la causale di cessazione di attività anche parziale. In base alla modifica, le imprese che hanno cessato l'attività o hanno ceduto un ramo d'azienda non hanno avuto più accesso alla cassa integrazione straordinaria
Ritorna la Cigs straordinaria per cessata attivitàQualche giorno fa, incontrando i lavoratori dello stabilimento Bekaert di Figline, Di Maio aveva chiarito i due provvedimenti in programma, da parte del governo, per andare incontro agli operai a rischio licenziamento: da un lato la reindustrializzazione del sito e, dall'altro, la reintegrazione della cassa integrazione, eliminata dal Jobs act nei casi di chiusura per cessazione di attività. Aveva precisato inoltre il ministro: «Mi sto battendo per risolvere il problema degli imprenditori che se ne vanno all'estero, come ha fatto la Bekaert, prima se un'azienda delocalizzava i lavoratori avevano la cassa integrazione per 36 mesi, circa l'80% dello stipendio. Da quando il Jobs act l'ha eliminata finiscono nel vortice dei centri per l'impiego a 50 o 60 anni. Finché non li riformeremo queste famiglie hanno bisogno di aiuto». Ripristino Cigs per cessata attività, costi e modalitàCome riporta il Sole 24 Ore c'è da capire come, una volta focalizzato l'obiettivo, ossia la reintroduzione della Cigs per cessata attività, come si possa poi trovare la copertura finanziaria. La Cigs dovrebbe durare dai 6 ai 12 mesi ed essere vincolata all'esistenza di un aspirante acquirente se non dello stabilimento, almeno dei macchinari. I tecnici lavorano per trovare una soluzione: nel caso si decidesse per un intervento selettivo e non generalizzato, servirebbero, secondo le prime stime, 140 milioni per le prestazioni e 110 milioni per i contributi figurativi. Da chiarire inoltre se il futuro finanziamento sarà interamente statale o se verrà chiesto anche un contributo alle imprese. Il rischio è che questo uso del regime delle deroghe possa gravare oltremodo sulle spese del Paese. Ad ogni modo, la decisione di ulteriori aggravi di spese dovrà superare la mannaia del Mef. Vai alla guida La cassa integrazione |
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