Data: 06/09/2018 10:50:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax � La pace fiscale era uno degli obiettivi fissati nel contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. La strada da percorrere per la rottamazione generale di tutti i �debiti iscritti a ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti� non � dritta ma costellata (come previsto di difficolt�). Da qui l'idea pi� cauta di fare qualche passo avanti verso chi � in difficolt�, senza per� entrare in un contenzioso giudiziario sulla legittimit� della legge.

Pace fiscale, la strategia del governo

L'idea originaria non avrebbe fatto bene i conti col paventato rischio azione di incostituzionalit� da parte della Corte Costituzionale o della Corte di giustizia. La ratio, come ricorda Italia Oggi, era, inizialmente l'estinzione del debito grazie ad �un saldo a stralcio dell'importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficolt�. Dove "saldo a stralcio" significherebbe l'annullamento definitivo di tutti gli importi dovuti dai cittadini, iscritti a ruolo, considerati esecutivi da parte del Fisco. Una rottamazione che, se attuata, avrebbe fruttato alle casse dello Stato circa 55 miliardi di euro.

La strategia ora sarebbe cambiata e l'obiettivo sarebbe potenziare alcuni strumenti deflattivi del contenzioso che gi� esistono nostro ordinamento. Dunque ravvedimenti operosi, accertamenti tramite adesione, chiusura delle liti fiscali, una voluntary disclosure sui capitali all'estero (con una aliquota che oscilla tra il 25 e il 20%); e. la possibilit� di chiudere il contenzioso con uno sconto variabile tra il 50 e l'80% in funzione del grado di giudizio.


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