Data: 09/09/2018 08:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Italiani sempre più anziani e con meno voglia di legarsi in vincoli. Il risultato lo racconta l'Istat, con gli ultimi dati sulla popolazione residente che evidenziano un Paese dove i matrimoni diminuiscono, aumentano i divorzi e le unioni civili restano al di sotto delle aspettative.

Istat: meno matrimoni, più divorzi, poche unioni civili

Nel confronto coi dati tra il 1991 e il 2018 si evidenzia un calo dei coniugati, soprattutto di età compresa tra 25-34 anni (gli uomini passano da 51,5% a 19,1%; le donne da 69,5% a 34,3%). Conseguentemente aumentano i celibi 48,1% a 80,6% e le nubili da 29,2% a 64,9%.

Dilatando i numeri della classe di età tra 15-64 anni, gli uomini sposati e i celibi quasi si equivalgono, arrivando ad oltre 9 milioni, rispettivamente il 49,0% e il 47,7% del totale della popolazione di quella fascia di età. Diverso è per le donne: le sposate sono oltre 10 milioni e 600 mila, il 55,0% del totale, mentre le nubili sono circa 7 milioni e 500 mila, quasi il 39%.

Al diminuire dei matrimoni corrisponde un aumento dei rapporti di convivenza: le libere unioni di celibi/nubili, dal 1993-1994 (media) al 2015-2016 (media), sono aumentate da 67 mila a 748 mila circa.

Sul fronte unioni civili non si registra invece il boom che si attendeva: dopo l'entrata in vigore della legge Cirinnà, nel giugno 2016, da luglio 2016 al 31 dicembre 2017 ne sono state costituite 6.712, in particolare: 2.336 nel secondo semestre 2016 e 4.376 nel corso del 2017). Le unioni civili sono di piùù nelle grandi città, secondo il report: vince Roma con 763 unioni, a seguire c'è Milano con 621 e infine Torino con 256. Da segnalare inoltre Firenze con 148, Bologna con 137, infine, al Sud: Napoli (114 unioni) e Palermo (60).

Istat, sempre meno giovani: l'Italia è un paese per vecchi

Sono 60 milioni 484mila unità gli italiani residenti in Italia al primo gennaio di quest'anno. L'età media è di 45,2 anni, solo il 13,4% della popolazione ha meno di 15 anni, il 64,1% tra i 15 e i 64 anni e il 22,6% ha 65 anni e più.

La popolazione di 80 anni e più raggiunge il 7,0%, quella di 100 anni e più supera le 15mila e 500 unità. Sono più di mille gli individui che hanno superato i 105 anni e 20 i supercentenari (110 anni e più). Confrontando questi dati col censimento del 1991 con quelli del 1° gennaio 2018 si nota un aumento della popolazione anziana (65 anni e più) in termini sia assoluti (da 8,7 milioni a 13,6 milioni) sia in termini percentuali rispetto al totale di popolazione (dal 15,3% a 22,6%). L'Istat, nella sua fotografia, ha valutato un raddoppio della popolazione di 80 anni e oltre (da 1 milione 955mila a 4 milioni 207mila) che rappresenta ormai il 7,0% della popolazione totale residente. Nello stesso periodo, diminuisce di quasi un milione di unità la popolazione con meno di 15 anni (da 15,9% a 13,4% del totale della popolazione) e di oltre 300mila unità quella di 15-64 anni (da 68,8% a 64,1%). L'età media, che alla data del Censimento 1991 era al di sotto dei 40 anni, nel 2018 supera i 45 anni.


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