Data: 09/09/2018 06:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - I corrotti "sono fregati". Parola di Luigi di Maio che in un post su Facebook dello scorso quattro settembre, aveva anticipato i contenuti del ddl che è stato approvato due giorni dopo (v. bozza sotto allegata). Il disegno di legge, di forte impronta pentastellata, è stato predisposto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e subito ribattezzato dal movimento come "Spazza Corrotti".
Il ddl reca diverse e importanti misure per il contrasto della corruzione nella Pubblica amministrazione tra cui spiccano la previsione del Daspo per i corrotti, l'impiego del c.d. "agente sotto copertura" e una disciplina particolareggiata per quanto riguarda i "pentiti" nella corruzione.

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Nella sua "Lettera ai corrotti (o potenziali tali) d'Italia" Di Maio aveva anche avvisato che una misura simile alla Daspo, prevista per contrastare ila violenza negli stadi, sarebbe stata adottata anche nei confronti dei corrotti.

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"Nel caso in cui - ha spiegato Di Maio - qualcuno venisse beccato con le mani nella marmellata avrebbe un'altra bella sorpresa. Non potrebbe più mettere piede in un ufficio pubblico e neppure contrattare con la pubblica amministrazione. A vita! Mai più. Non c'è santo che tenga".

Corruzione: daspo a vita per condanne superiori a due anni

A seguito dell'approvazione del ddl, il ministro Bonafede ha confermato che coloro che siano stati condannati in via definitiva per corruzione saranno interdetti dai pubblici uffici ed esclusi dai contratti con la pubblica amministrazione.
Tuttavia, il "daspo" anticorrotti sarà attuato con gradualità: in caso di condanne fino a due anni, l'interdizione dai pubblici uffici e il divieto a contrarre con la P.A. potranno durare da 5 a 7 anni. Invece, ove le condanne superino i due anni, scattano l'interdizione e il divieto a vita.
Ciononostante, in quest'ultimo caso potrebbe essere concessa una revoca se viene ottenuta la riabilitazione: dovranno all'uopo decorrere 12 anni dall'espiazione della pena ai quali si aggiungono i tre previsti per ottenere la riabilitazione.
Inoltre, il ddl non prevede alcuno sconto automatico a chi patteggia o ottiene la condizionale e prevede che l'accesso ai benefici sia reso più più difficile, come per i reati di mafia.

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