Data: 29/09/2018 09:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Il cittadino che si reca presso gli uffici dell'Agenzia delle entrate per avere delucidazioni sulla propria posizione contributiva e viene consigliato male dall'operatore dello sportello ha diritto a essere risarcito del danno eventualmente subito per essersi fidato di quanto riferitogli.

La buona notizia, decretata dalla Corte di cassazione con ordinanza numero 23163/2018 (qui sotto allegata), è molto importante per tutti i contribuenti, che saranno ora più tutelati e avranno maggiori garanzie quando devono avventurarsi nei meandri complessi del fisco.

La vicenda

In tale pronuncia infatti, dichiarando inammissibile il ricorso proposto dall'Agenzia delle entrate, la Corte ha confermato la condanna al risarcimento del danno ingiusto causato dalla condotta negligente nei confronti di un cittadino.

L'amministrazione, in particolare, non aveva considerato le peculiarità del caso prospettatole dal contribuente, aveva omesso del tutto il proprio dovere di informativa e aveva così ingenerato nel suo interlocutore la convinzione che, una volta ammesso alla tassazione favorevole per la propria attività di coltivatore diretto senza l'adeguata documentazione, non fosse necessario altro adempimento per evitare di perdere il beneficio.

Più precisamente, il contribuente si era recato presso un ufficio dell'Agenzia delle entrate per registrare una scrittura privata documentando la propria qualità di coltivatore diretto attraverso la relativa certificazione Inps. Il direttore dell'Agenzia gli aveva quindi chiesto di apporre sulla scrittura privata una dichiarazione contenente l'indicazione del valore della vendita.

Dopo due mesi, aveva ricevuto l'avviso di liquidazione della maggiore tassazione applicata in forza del valore dichiarato in calce all'atto, senza essere stato avvisato della necessità di dotarsi di ulteriore documentazione.

Per tale ragione, gli è stato riconosciuto il risarcimento del danno pari a e 39.538,43 euro.


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