|
Data: 24/10/2018 18:20:00 - Autore: Lucia Izzo di Lucia Izzo - Sarà presumibilmente il Consiglio dei Ministri che si terrà domani, giovedì 25 alle ore 19, a provvedere all'esame definitivo del cosiddetto Ddl Concretezza promosso dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione della Repubblica Italiana, Giulia Bongiorno, e già approvato lo scorso 13 settembre in esame preliminare. Leggi anche Ddl concretezza approvato: cosa prevede Indice:
Ddl concretezza: lotta all'assenteismo[Torna su] Il testo contiene "interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo" e nasce, come ha spiegato la Bongiorno, dall'esigenza "di dare una effettiva semplificazione alla P.A. in un'epoca di trasformazione digitale". In particolare, tra le soluzioni per contrastare l'assenteismo, ha destato particolare scalpore l'intenzione di introdurre sistemi di identificazione biometrica e di videosorveglianza dei lavoratori i quali andrebbero a sostituire, nelle amministrazioni pubbliche specificamente indicate, i diversi sistemi di rilevazione automatica attualmente in uso. Si tratta di misure preordinate alla "verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro" a fini, più in generale, di "contrasto dell'assenteismo, e allo scopo di ottenere "l'eliminazione o comunque la drastica riduzione delle false attestazioni di presenza in servizio". Impronte agli statali: il parere del Garante[Torna su] Sul testo, inoltre, è giunto nei giorni scorsi anche il parere favorevole (provvedimento n. 464 dell'11 ottobre 2018) del Garante per la protezione dei dati personali, il quale, tuttavia, non ha lesinato critiche agli interventi previsti nel disegno di legge. Nel parere (qui sotto allegato) il Garante ha rammentato che i "sistemi di rilevazione automatica", cui la norma fa riferimento, sono gli strumenti di rilevazione della presenza che consentono l'attestazione e la contabilizzazione dell'orario di servizio in via automatizzata già introdotti dalla disciplina di settore in sostituzione delle modalità cartacee (c.d. "foglio firma"), in ragione della loro maggiore attendibilità e verificabilità obiettiva dei dati rilevati. In particolare, il Garante ha ritenuto eccedente prevedere l'impiego obbligatorio e simultaneo (non alternativo) di due sistemi di verifica del rispetto dell'orario di lavoro (raccolta di dati biometrici e videosorveglianza) che si desume dal tenore letterale della norma. Ancora, il Garante è apparso critico circa l'introduzione sistematica e generalizzata di tali sistemi, e in particolare di quelli di rilevazione delle presenze tramite identificazione biometrica, in ragione dell'invasività di tali forme di verifica e della natura del dato trattato. Infine, nel suo parere il Garante ha considerato il termine "identificazione biometrica" non adeguato a rappresentare il contesto d'uso del dato biometrico. Ddl Concretezza: verso il sì definitivo[Torna su] Nonostante le perplessità espresse dal Garante, tuttavia, il Governo è sembrato orientato a non adeguarsi del tutto alle osservazioni, come si desume dalla versione "definitiva" del disegno di legge (sotto allegata). Da un lato è stato accolto il suggerimento inerente la sostituzione della locuzione "sistemi di identificazione biometrica" con la dicitura "sistemi di verifica biometrica dell'identità". Rimane, invece, un'incognita sulla specifica tecnologia che sarà impiegata per attuare le misure previste (impronte digitali? riconoscimento dell'iride o della fisionomia del volto?) in quanto il Governo, ha scelto di non individuarla già a livello di legislazione primaria. Stante l'evidente natura tecnica della previsione, si legge nel testo definitivo, tale regolazione sarà demandata alla fonte regolamentare con acquisizione, peraltro, del parere del Garante per la protezione dei dati personali. Ancora, relativamente alla gradualità e la proporzionalità degli interventi previsti dall'articolo 2, il Governo ha richiamato i dati riportati nell'Analisi di impatto della regolazione (AIR) secondo i quali la falsa attestazione della presenza in servizio è un fenomeno diffuso e in grado di pregiudicare gravemente l'efficienza dell'azione amministrativa. Inoltre, poiché la falsa attestazione delle presenze in servizio può configurare un illecito penale del dipendente, si ritiene giustificato il ricorso a efficaci misure di prevenzione, anche in concorso tra di loro e dunque la predisposizione di un sistema che comprenda sia la rilevazione dell'identità biometrica che la videosorveglianza. Ddl concretezza: le altre misure[Torna su] Nonostante la maggior attenzione puntata sui sistemi di rilevazione biometrica, vanno rammentate anche le altre misure previste dal d.d.l. che saranno presto dicusse: l'art. 1, ad esempio, istituisce il c.d. Nucleo della Concretezza, una task force di 53 componenti che avrà compiti relativi alle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa Inoltre, il d.d.l. interviene sulla disciplina recata dall'articolo 23 del d.lgs. n. 75/2017 fornendo chiarimento sull'interpretazione della norma che impone alla contrattazione decentrata il rispetto del tetto di spesa del 2016. L'articolo 4, invece, detta misure per accelerare le assunzioni mirate e il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione: il turnover verrà attuato prevedendo che, dal 2019, le Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici, possano procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in misura pari al 100% del personale cessato dal servizio nell'anno precedente. In particolare, si punta a reclutare, prioritariamente, figure professionali con elevate competenze in materia di digitalizzazione, di razionalizzazione e semplificazione dei processi amministrativi, di qualità dei servizi pubblici, di gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento, di contrattualistica pubblica, di controllo di gestione e attività ispettiva. Infine, il disegno di legge (art. 5), con le disposizioni in materia di buoni pasto, mira a porre rimedio ai gravi disservizi verificatisi nell'utilizzazione dei buoni pasto fomiti da alcuni aggiudicatari, in particolare a seguito del crack finanziario dell'appaltatore che era stato selezionato dalla Consip (per approfondimenti: Buoni pasto a rischio per migliaia di lavoratori statali). Nel provvedimento, una norma prevede che le amministrazioni si facciano restituire dai dipendenti i buoni pasto (maturati e non spesi) erogati in base delle Convenzioni BP 7 e BPE1 stipulate da Consip, maturati e non spesi, per poi sostituirli con altri buoni pasto di valore nominale corrispondente, acquistati con le modalità previste dalla normativa vigente. |
|