|
Data: 10/11/2018 10:00:00 - Autore: Redazione di Redazione - Per il pronto soccorso, l'iter di riforma è in corso. È quanto comunica il ministero della salute con una nota pubblicata ieri sul proprio sito. "In riferimento alle notizie trapelate sulla stampa in questi giorni riguardo alle nuove indicazioni e linee di indirizzo per il Pronto soccorso (Obi e triage), il ministero della Salute precisa che si tratta di atti predisposti negli anni passati e tuttora in fase di valutazione tecnica" si legge. Diversamente, precisa ancora la nota, "il gruppo di lavoro per lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso - che potrà rivedere e se ritiene integrare i citati documenti - è stato istituito con decreto ministeriale e si insedierà nelle prossime settimane, completato il relativo iter di registrazione presso le strutture competenti". Pronto soccorso: quale riformaLa riforma del pronto soccorso in arrivo prevede una vera e propria rivoluzione, con l'addio ai colori per il triage a favore dei codici numerici (da 1 a 5) che saranno assegnati in base all'emergenza e un'attesa massima di 4 ore. In ogni caso, la permanenza in pronto soccorso non potrà superare le 8 ore, altrimenti scatta l'obbligo di ricovero in reparto o presso l'Obi (Osservazione breve intensiva), oggetto anch'esso di aggiornamento. Per le urgenze minori, si darà spazio al modello "See and Treat" con presa a carico del paziente da parte degli infermieri. Non solo. Previsti anche maggiori comfort nelle sale d'attesa e presa in carico di pazienti e familiari da parte di personale ad hoc. Leggi anche Pronto soccorso: arrivano i codici numerici Riforma Pronto soccorso: le critiche del sindacatoUna riforma "trapelata" che non è vista bene dal Cimo. "Se sulla riorganizzazione dei pronto soccorso le proposte del ministero circolate dovessero essere ratificate ci faremo carico di spiegare direttamente ai cittadini tutti i rischi cui andranno incontro per il prossimo futuro, magari mostrando loro in ogni occasione e sede l'elenco dei componenti della Commissione che ha elaborato tale riforma" ha affermato il presidente nazionale del Cimo, Guido Quici. Le proposte di riforma trapelate sulla stampa, in particolare su triage e Obi (Osservazione breve intensiva) sono, a detta del sindacato, "sconnesse dalla realtà e denotano il totale disorientamento nello spazio e nel tempo rispetto ai veri problemi organizzativi di un settore tanto delicato quale il pronto soccorso degli ospedali italiani, rischiando di aumentare i disagi dei medici e soprattutto di diminuire la sicurezza delle cure per i pazienti". Tali proposte di riforma non contengono, si legge ancora nella nota "alcun cenno al reale fabbisogno dei medici" e "sono proposte che smascherano il vero proposito, che è quello di attuare un task shifting per puri risparmi di cassa". In un'area che vede ogni anno 20.432.303 accessi annui, di cui 17.623.756 con codici ricompresi tra il verde e il rosso, "è evidente – prosegue Quici - il rilevante impegno già profuso dai medici per gestire una immensa mole di urgenze in assenza di adeguate risorse umane e materiali". "Fa poi sorridere – continua - la modifica degli aspetti cromatici del traige che, in ogni caso, ai fini della prevenzione del rischio, sono più sicuri rispetto ad un codice numerico". "Condividiamo inoltre le perplessità sollevate dal coordinatore nazionale di Cittadinanza attiva, Tonino Aceti, che ha lamentato il mancato accesso al documento, pur in presenza di due suoi componenti in seno alla Commissione ministeriale" evidenzia la sigla che chiude con un consiglio al ministero della salute: "avendo validato 293 società scientifiche, sarebbe opportuno chiedere a quelle del settore emergenza-urgenza di dare un vero contributo al problema urgente dell'accesso ai pronto soccorso Italiani attraverso proposte, ci auguriamo, davvero informate".
|
|