Data: 12/11/2018 21:00:00 - Autore: Redazione

di Redazione - La riforma della prescrizione, che secondo le intenzioni del governo non opererà più dopo il processo di primo grado a partire dal 2020, continua a dividere il mondo della giustizia e non solo.

Dalla parte di chi sostiene la necessità della riforma, la motivazione addotta è quella di evitare che troppi reati restino impuniti, specialmente quando si tratta di reati che creano un particolare allarme sociale. La riforma mira, infatti, a scongiurare il pericolo che gli autori di gravi delitti possano farla franca creando nelle vittime l'ulteriore frustrazione di veder sfumare l'intero procedimento per via del decorso del tempo.

Dall'altra, chi si oppone alla riforma fa notare, al contrario, che per rimediare al problema dei procedimenti che si prescrivono non va riformato l'istituto della prescrizione ma va velocizzato il processo penale. Allungando i tempi della prescrizione, invece, si andrebbero a danneggiare tutti coloro che sono ingiustamente accusati di un reato che non hanno commesso e che in tal modo resterebbero sotto accusa sine die con tutte le conseguenze che ciò comporta anche sul piano dei rapporti sociali.

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Pubblicato da Studio Cataldi su Lunedì 12 novembre 2018

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