Data: 14/11/2018 17:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Una pensione più leggera, ma intascata per qualche anno in più rispetto agli altri. Secondo le stime sarebbero 437.132 i lavoratori con una posizione contributiva attiva presso l'Inps che possono usufruire della cosiddetta quota 100" e scegliere questo nuovo canale con 62 anni di età e 38 minimi di versamenti.

In pensione prima ma con un assegno più leggero

La simulazione fatta dall'Ufficio parlamentare di bilancio, la prima di un'authority istituzionale in attesa del disegno di legge con relazione tecnica, chiarisce (come riportato dal Sole 24 Ore) che scegliere "quota 100" può costare, in termini di minore pensione, dal 5,6% se il ritiro avviene un anno prima rispetto ai requisiti a legislazione invariata, e fino al 34,7%, in caso di uscita nel 2019 di chi avrebbe maturato la pensione (con la Fornero) nel 2025.

Una pensione più leggera ma riscossa più a lungo

Una pensione più leggera, che si riesce a prendere per qualche anno in più rispetto agli altri. Così, attualizzando i valori degli assegni "quota 100" rispetto a quelli della legge Fornero, una perdita minima effettiva nel lungo termine dello 0,22% per chi va via l'anno prossimo anziché aspettare il 2020, e una perdita massima dell'8,65% per chi nel 2019 scegliesse una pensione da quotista anticipando di 6 anni la pensione standard che avrebbe invece maturato nel 2025.

Critico sulle ipotesi il presidente dell'Inps Tito Boeri, secondo il quale ci sarebbero delle controindicazioni all'uscita anticipata: in primis un aggravio sui costi del sistema pensionistico. «Inevitabilmente una misura che apre all'opportunità di un'uscita anticipata il primo anno costa meno e molto meno rispetto al secondo anno. Le differenze – chiude Boeri - sarebbero anche più marcate nel caso in cui venissero previste delle finestre come l'opzione donna o l'ape sociale».


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