|
Data: 17/05/2006 - Autore: Adnkronos La suocera ha sempre ragione. La sua credibilita' non viene meno nemmeno se ormai e' diventata una ex. Parola di Corte di Cassazione che ha reso defintiva la condanna inflitta ad un 50enne di Matera, Angelo F., per una serie di reati commessi contro la moglie Dora, anche sulla base delle preziose e particolareggiate 'testimonianze' fornite dalla suocera Salvatrice che avevano permesso di ricostruire il tormentato menage matrimoniale della coppia, ormai separata. Per la Suprema Corte, che ha bocciato il ricorso del marito che lamentava il fatto che la condanna gli era stata inflitta sulla base della testimonianza offerta dalla 'testimonianza di parte' della suocera, legittimamente una persona legata da uno stretto grado di parentela, come la suocera, puo' ritenersi 'attendibile' e dunque meritevole di essere ascoltata anche in un'aula di tribunale. Se la Corte d'appello di Potenza, novembre 2005, aveva condannato Angelo F. per una serie di reati che andavano dai maltrattamenti in famiglia alle ingiurie sino alla 'falsificazione della firma della moglie' su assegni bancari, era stato anche per merito delle particolareggiate 'soffiate' della suocera Salvatrice che ai giudici aveva fornito i particolari della vita travagliata della figlia Dora sino al 12 maggio del '99, quando era intervenuta la 'separazione di fatto'. Di qui il ricorso di Angelo F. in Cassazione alla quale ha fatto notare come la testimonianza della ormai 'ex suocera' era 'chiaramente di parte' e non poteva essere presa in coinsiderazione. La Sesta sezione penale, sentenza 15187, ha dichiarato 'inammissibile' il ricorso di Angelo, facendo notare che legittimamente il giudice d'appello 'si e' pronunciato escludendo che la testimonianza della suocera potesse ritenersi inattendibile' anche 'per il solo fatto della sua collocazione in epoca prossima alla rottura dei rapporti tra sua figlia e il marito e ribadendone anzi il valore probatorio'. Il marito, per avere tentato la 'mossa' di neutralizzare la suocera, dovra' sborsare anche mille euro alla cassa delle ammende. |
|