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Data: 05/12/2018 21:00:00 - Autore: Gabriella Lax di Gabriella Lax – Nonostante le giornate di astensione proclamate dal 20 al 23 novembre scorso e la manifestazione tenutasi a Roma, non è arrivata dal Governo nessuna proposta di modifica dell'istituto della prescrizione dei reati, per questo motivo la Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane proclama altri due giorni di astensione il 17 e 18 dicembre.
Avvocati penalisti di nuovo in sciopero il 17 e 18 dicembreIl motivo scatenante della nuova astensione è, in primis, la calendarizzazione, in Senato, della discussione del disegno di legge "anticorruzione", di modo da consentire un'eventuale terza lettura del testo, alla Camera, non oltre il 22 dicembre 2018. In una nota ufficiale Giunta dell'unione delle Camere penali dichiara di aver preso coscienza che «la maggioranza di Governo persevera nella proposta di modifica dell'istituto della prescrizione dei reati, nonostante le forti critiche avanzate dai penalisti italiani, dal CNF, e dall'Accademia in sede di audizione innanzi alla Commissione Giustizia della Camera». Dalla calendarizzazione della discussione si evince l'intenzione «di ignorare le unanimi critiche avanzate dalla comunità dei giuristi italiani». Da qui la decisione di proclamare l'astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni di lunedì 17 e martedì 18 dicembre 2018 «convocando per tale ultima data una manifestazione nazionale da tenersi in Bari, per invitare il Parlamento italiano a dare ascolto alle critiche e alle proposte che la comunità dei giuristi italiani ha lanciato nella grande manifestazione nazionale di Roma dello scorso 23 novembre». L'obiettivo Giunta dell'unione delle Camere penali è quello di richiamare, ancora una volta, «il Parlamento della Repubblica alla doverosa presa d'atto del grido di allarme che con una determinazione ed una compattezza senza precedenti la comunità dei giuristi, ed in particolare l'avvocatura italiana, l'Accademia e tanta parte della Magistratura ha ad esso rivolto, perché sappia esprimere nei confronti del pensiero e della tradizione giuridica italiana il rispetto e la considerazione che essa merita, approfondendo le ragioni di dissenso e di critica così autorevolmente ed univocamente espresse e facendone oggetto di analisi, riflessione e – almeno per quanto attiene ai denunciati profili di incostituzionalità- doveroso ripensamento, dedicando a ciò il tempo e le procedure parlamentari che siffatti interventi di riforma esigono». |
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