Data: 09/03/2020 15:30:00 - Autore: Annamaria Villafrate

Si parla di sviluppo sostenibile soprattutto dopo la crisi petrolifera del 1973, ma solo nel 2015, 190 paesi, tra cui l'Italia, si sono assunti l'impegno, nel corso di un'assemblea dell'Onu del 2015, di lavorare, a partire dal 2020, per raggiungere nel giro di 10 anni i 17 obiettivi previsti dall'Agenda 2030.

Sviluppo sostenibile: cos'è

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Per sviluppo sostenibile di intende un modello economico che prevede un tipo di crescita non solo economica, ma anche sociale e istituzionale, compatibile con le risorse energetiche del pianeta e rispettoso dell'ambiente, nell'ottica di non pregiudicare la capacità delle future generazioni, di soddisfare le proprie necessità.

Sviluppo sostenibile: origini

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Si inizia a parlare e a riflettere di sviluppo sostenibile all'indomani della crisi petrolifera del 1973 perché, a causa della ridotta disponibilità di petrolio, molti Stati sono costretti non solo ad attuare una politica di drastica riduzione dei consumi, ma anche a prendere in considerazione, per la prima volta, la possibilità di produrre e quindi attingere a fonti rinnovabili. Da quel momento in poi tanti i progetti, i documenti, le ricerche e gli accordi, soprattutto a livello internazionale sul tema dello sviluppo sostenibile, fino ad arrivare al documento più importante, l'Agenda ONU del 2030.

La definizione di sviluppo sostenibile

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Quando si parla di sviluppo sostenibile, più che di definizione si deve parlare di definizioni. Secondo il rapporto Brundtland del 1987 della Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo "Lo sviluppo sostenibile, lungi dall'essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali.

L'International Council for Local Environmental Initiatives del 1994 invece definisce lo sviluppo sostenibile come lo: "Sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi".

L'Unesco nel 2001, nel concetto di sviluppo sostenibile ricomprende anche la diversità culturale come fattore di crescita economica, intellettuale, emotiva, morale e spirituale.

I 17 obiettivi di Agenda 2030

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Il 25 settembre del 2015 190 paesi sottoscrivono l'Agenda 2030 dell'ONU (sotto allegata) in cui vengono fissati 17 obiettivi per migliorare la condizione economica, ambientale e sociale a livello mondiale e superare le disuguaglianze tra gli Stati e al loro interno. Questi i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, da attuare a partire dal 2020, per cambiare il mondo e le condizioni di chi lo abita:

  • sistemi e misure di protezione sociale per contrastare la povertà;
  • coltivazione sostenibili, nutrizione e sicurezza alimentare per azzerare la fame;
  • garantire salute e benessere per tutti;
  • dare a tutti un livello d'istruzione adeguata;
  • perseguire l'obiettivo della parità di genere;
  • acqua e condizioni igieniche per tutti;
  • energia a costi e condizioni accessibili a tutti;
  • crescita economica duratura, piena produttività, lavoro dignitoso;
  • industrializzazione sostenibile e innovativa;
  • ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche tra i vari Stati;
  • rendere le città più sicure e sostenibili;
  • produrre e consumare evitando gli sprechi e incentivando il riciclo;
  • combattere il mutamento climatico;
  • tutelare il mare e le sue risorse;
  • tutelare l'ambiente, migliorando la gestione delle foreste, combattendo la desertificazione e arrestando la perdita della biodiversità;
  • realizzare società pacifiche, inclusive in grado di garantire giustizia a tutti;
  • promuovere la collaborazione tra tutti i soggetti interessati a livello globale, per realizzare lo sviluppo sostenibile.

La strategia nazionale

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A livello nazionale, il 22 dicembre 2017 è stata approvata, con delibera n. 108 (sotto allegata) la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, nel rispetto anche della risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015 "Trasformare il nostro mondo: l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile". La strategia nazionale di sviluppo sostenibile, i cui punti cardine sono descritti nel relativo documento del 18 aprile 2018 (sotto allegato), prevede il coinvolgimento di numerose e diverse istituzioni a livello centrale e locale.

Agenda 2030: la direttiva del PdC

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Durante il precedente Governo Gentiloni, il 16 marzo 2018 viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la direttiva del presidente del Consiglio (sotto allegata) contenente gli indirizzi per dare attuazione all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e alla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

A tal fine, la Presidenza del Consiglio dei Ministri coordina i lavori necessari per aggiornare periodicamente la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, le azioni e le politiche per attuarla, tramite l'istituzione di una Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile. Presieduta dal PdC o un suo delegato, la Commissione è composta dai vari Ministri, dal Presidente della Conferenza delle Regioni, dal Presidente dell'Unione delle province d'Italia e dal Presidente dell'Associazione nazionale dei comuni italiani, o loro delegati. Al suo interno si discute e si approva annualmente una relazione sull'attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, anche al fine di aggiornarla tempestivamente, avvalendosi della collaborazione delle Amministrazioni competenti.

Il rapporto Asvis 2018

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Nel progetto Agenda 2030, in Italia, non sono coinvolte solo le istituzioni politiche. Il 3 febbraio 2016 nasce l'Asvis, ovvero Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell'Università romana "Tor Vergata". Tale alleanza riunisce associazioni nazionali e internazionali (in campo sociale, culturale, imprenditoriale, sanitario, economico, educativo, lavorativo, ambientale, dell'uguaglianza di genere e di enti territoriali) università, centri studi e fondazioni. L'Asvis si occupa annualmente di pubblicare un rapporto che fornisce i risultati relativi alla realizzazione dei 17 Goals dell'Agenda 2030 e una serie di raccomandazioni da sottoporre all'attenzione delle istituzioni in cui evidenzia i settori che necessitano di maggiore intervento. Il rapporto Asvis 2018 (sotto allegato) evidenzia nel dettaglio le numerose difficoltà da parte di tutti i paesi aderenti nel perseguire i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile Onu.

Si segnala in particolare, secondo gli ultimi dati disponibili, che "l'Italia mostra segni di miglioramento in otto aree: alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione, uguaglianza di genere, innovazione, modelli sostenibili di produzione e di consumo, lotta al cambiamento climatico, cooperazione internazionale. Per cinque aree, invece, la situazione peggiora sensibilmente: povertà, condizione economica e occupazionale, disuguaglianze, condizioni delle città ed ecosistema terrestre, mentre per le restanti quattro (acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari e qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide) la condizione appare sostanzialmente invariata", nonostante l'aumentato interesse della società italiana nei confronti dello sviluppo sostenibile.


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