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Data: 23/12/2018 14:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate
di Annamaria Villafrate - L'obiettivo del reddito di cittadinanza è consentire a tutti di disporre di un reddito mensile non inferiore a 780 euro. Tutto chiaro, ma cosa succede nel caso dell'ex moglie che dipende dall'assegno di mantenimento da parte del marito? Conviene continuare a battere cassa all'ex o è meglio attivarsi e cercare lavoro, accettando per un periodo l'aiuto statale?
Vediamo: Separazione: reddito di cittadinanza o assegno di mantenimento?
Questa domanda non ha una risposta univoca. Dipende dai casi.
- Se l'ex moglie dovesse percepire un assegno di mantenimento superiore a 780 euro (importo minimo che deve essere garantito a tutti i cittadini), le verrà sicuramente precluso l'accesso al reddito di cittadinanza.
- Se invece la misura dell'assegno dovesse essere inferiore a questa soglia, con il reddito di cittadinanza potrebbe solo sperare in un'integrazione, per raggiungere l'importo di 780 euro.
- Infine se la moglie separata dovesse essere disoccupata e volesse riprendere a lavorare, beneficiando, fino a quando non avrà un contratto di lavoro, del reddito di cittadinanza, potrebbe accordarsi con il marito, rinunciando all'assegno di mantenimento e contrattando magari, la disponibilità della casa famigliare o un aiuto per pagare le utenze.
Divorzio: cosa accade se la moglie percepisce il reddito di cittadinanza?
Nel momento in cui si parla di divorzio e non più di semplice separazione, se la moglie dovesse ottenere il reddito di cittadinanza, il marito potrebbe chiedere al giudice di annullare o ridurre il mantenimento alla ex. Richieste che, stando agli ultimi orientamenti giurisprudenziali, che vorrebbero le donne tutte autonome e lavoratrici, potrebbero anche essere accolte. Quindi reddito di cittadinanza o assegno di mantenimento?
Anche a questa domanda non si può dare una risposta unica:
- Logicamente se si parla di una coppia giovane che si separa, se la donna dovesse avere alle spalle delle esperienze lavorative, non le sarà difficile dal punto di vista pratico e psicologico accettare di rimettersi in gioco, cercare un lavoro e optare così per il reddito di cittadinanza.
- Il discorso cambia quando la ex moglie è già avanti con l'età e si è occupata per tutta la vita del marito e dei figli. In questi casi è illogico e irrealistico pretendere da una donna di una certa età, di mettersi a lavorare dopo che per tutta la vita, impegnata a tirare avanti la famiglia, è stata "costretta" a trascurare desideri e aspirazioni. In questi casi quindi, meglio continuare a percepire l'assegno di mantenimento del marito, anche perché, non solo il reddito di cittadinanza potrebbe prevedere requisiti che non fanno rientrare le ex tra i possibili beneficiari, ma soprattutto perché non è detto che questa misura, una volta introdotta, non possa essere cancella dal Governo successivo.
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