Data: 31/12/2018 22:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Il 2018 volge a termine e in ogni campo è tempo di bilanci, anche in quello della giustizia.

La Corte di cassazione anche quest'anno si è rivelata autrice di pronunce importanti, che hanno segnato delle tappe fondamentali nell'interpretazione della legge e, quindi, nella tutela dei diritti dei cittadini.

Ripercorriamo insieme le principali sentenze rese a Sezioni Unite:


Come si determina l'assegno di divorzio

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Prima tra tutte, si segnala la pronuncia numero 18287/2018, che ha chiarito a quali criteri bisogna fare ricorso per la determinazione dell'assegno di divorzio alla luce della sentenza Grilli del 2017.

In particolare, per le Sezioni Unite, bisogna considerare, in maniera integrata, tutti i criteri previsti nell'incipit dell'articolo 5, comma 6, della legge sul divorzio, incentrando la valutazione sull'aspetto perequativo compensativo e fondandola sulla comparazione effettiva delle condizioni economico-patrimoniali dei coniugi, fatta considerando le cause che hanno determinato la disparità.

Il rilievo causale dei predetti indicatori sulla sperequazione deve essere oggetto di un accertamento probatorio rigoroso.

Leggi: "Assegno divorzio: i "nuovi" criteri della Cassazione"

La colpa nella responsabilità medica

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Con la sentenza numero 8770/2018, invece, le Sezioni Unite hanno chiarito, in ambito di responsabilità medica, quali sono le ipotesi in cui il medico risponde per morte o lesioni personali cagionate al paziente con colpa.

Si tratta, in particolare, dei casi in cui il sanitario abbia cagionato l'evento:

  • per colpa, anche lieve, da negligenza o imprudenza,
  • per colpa, anche lieve, da imperizia, se il caso concreto non è regolato dalle linee-guida o dalle buone pratiche clinico-assistenziali,
  • per colpa, anche lieve, da imperizia, se sono state individuate e scelte linee-guida o buone pratiche clinico-assistenziali inadeguate alla specificità del caso concreto,
  • per colpa grave da imperizia nell'esecuzione delle raccomandazioni di linee-guida o buone pratiche clinico-assistenziali adeguate, tenendo conto del grado di rischio da gestire e delle speciali difficoltà dell'atto medico.

Leggi: "Responsabilità medica: la colpa lieve resta"

Falsificazione dell'assegno non trasferibile

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Merita inoltre di essere segnalata la pronuncia numero 40256/2018, che, dopo aver ripercorso l'evoluzione della depenalizzazione nel corso degli anni, ha sancito che la falsificazione di un assegno bancario non trasferibile non è più reato ma un comportamento al quale consegue solo l'applicazione si sanzioni pecuniarie civili.

Leggi: "Falsificare assegno non trasferibile non è più reato"

Continuazione tra reati

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Infine, ricordiamo la sentenza numero 40983/2018, con la quale la Corte di cassazione si è soffermata sulla continuazione tra reati puniti con pene eterogenee, chiarendo, in primo luogo, che la continuazione si applica sempre quando più reati sono stati commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso e, quindi, anche quando essi appartengono a diverse categorie e sono puniti con pene eterogenee.

Le Sezioni Unite hanno poi precisato che, in caso di reati puniti con pene eterogenee posti in continuazione, la determinazione dell'aumento di pena per il reato satellite va fatta secondo il criterio della pena unitaria progressiva per moltiplicazione, rispettando, però, il genere della pena previsto per il reato satellite. Nel rispetto del principio di legalità della pena e del favor rei, l'aumento di pena detentiva per il reato più grave va quindi ragguagliato a pena pecuniaria ai sensi dell'articolo 135 del codice penale.

Leggi: "Reato continuato e legalità della pena: l'intervento delle Sezioni Unite"


Per le pronunce più importanti dello scorso anno leggi Cassazione: le sentenze più interessanti del 2017


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