Data: 26/12/2018 10:30:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Nessuna banca dati delle fatture dell'Agenzia delle entrate. A stabilirlo con un provvedimento datato 20 dicembre è stato il Garante per la protezione dei dati personali che, dopo aver valutato le modifiche rispetto all'impianto originario della fatturazione elettronica e delle ulteriori rassicurazioni fornite dall'Agenzia delle entrate, ha adesso stabilito presupposti e condizioni perché la stessa Agenzia possa avviare dal 1° gennaio 2019 i trattamenti di dati connessi al nuovo obbligo.

Fatturazione elettronica, arriva lo stop dal Garante privacy

Quindi nessuna banca dati per le fatture del fisco ma, in memoria, potranno permanere solo i dati fiscali necessari per i controlli automatizzati, e "no" alla fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie. L'Agenzia potrà archiviare le fatture solo su richiesta dei contribuenti che avranno necessità di consultarle. Così riferisce in una nota il Garante per la protezione dati. Nelle scorse settimane era stato costituito un tavolo tecnico con Mef, Agenzia delle entrate, l'Agid, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro e l'associazione dei produttori di software gestionale e fiscale (AssoSoftware) per lavorare sulle criticità rilevate dal Garante alla nuova normativa sulla fatturazione elettronica.

Fattura elettronica, le criticità riscontrate

Una prima criticità valutata riguarda la compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali. L'Agenzia delle entrate oltre a recapitare le fatture ai contribuenti attraverso il sistema di interscambio avrebbe anche archiviato integralmente tutti i file delle fatture elettroniche che contengono informazioni di dettaglio (non rilevanti a fini fiscali) su beni e servizi acquistati o addirittura l'indicazione puntuale delle prestazioni legali o sanitarie. Secondo il nuovo sistema di fatturazione l'Agenzia dovrà memorizzare solo i dati fiscali necessari per i controlli automatizzati con l'esclusione della descrizione del bene o servizio oggetto di fattura. Inoltre i soggetti che erogano prestazioni sanitarie non dovranno emettere fattura elettronica.

L'altra criticità riguarda il rischio di usi impropri dei dati. A tal proposito il Garante, con l'istituto dell'avvertimento, ha messo in guardia tutti gli operatori (soggetti Iva e intermediari, anche tecnici) che alcune clausole contrattuali, predisposte dalle società di software, possono violare il Regolamento ed espongono a sanzioni.Ma non è tutto poiché l'Agenzia delle entrate dovrà lavorare per implementare la cifratura dei dati (utile soprattutto in caso di utilizzo della pec), per minimizzare i dati da memorizzare e per conformarsi agli obblighi di trasparenza e correttezza nei confronti degli interessati riguardo ai controlli fiscali effettuati attraverso trattamenti automatizzati o con l'acquisizione delle fatture per le quali il contribuente usufruisce dei servizi di consultazione e conservazione. La data fissata per la prossima valutazione d'impatto, dovrà essere prodotta dall'Agenzia entro il 15 aprile 2019.


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