Data: 23/12/2018 15:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – C'è anche la tanto attesa riforma della dirigenza tra i provvedimenti varati nello schema del disegno di legge "Deleghe al Governo per il miglioramento della Pubblica Amministrazione", approvato lo scorso 21 dicembre dal consiglio dei ministri con le proposte del ministro alla P.a Giulia Bongiorno.

Riforma della P.a., sei deleghe al governo

Con la nuova legge al governo vengono assegnate sei nuove deleghe: riforma del lavoro, riordino della dirigenza, nuove regole sull'accesso al pubblico impiego all'incentivazione del merito e della premialità, infine in materia di mobilità e contrattazione collettiva. L'obiettivo è riformare il lavoro degli statali e puntare al miglioramento della qualità dei servizi erogati e dell'organizzazione degli uffici, nel contempo innalzando il livello di produttività. Come spiega una nota dell'Esecutivo, l'intervento normativo riguarda i vari aspetti in cui tale rapporto si articola: accesso al pubblico impiego e alla qualifica dirigenziale, procedure di mobilità, procedimenti di valutazione delle competenze e procedimenti disciplinari.

Riforma della P.a., le norme sulla dirigenza

In particolare, la prima delega, quella sulla riforma del lavoro cerca di fare chiarezza tra le disposizioni vigenti in materia di pubblico impiego anche attraverso l'elaborazione di testi unici. Con la seconda delega sarà chiesto al parlamento l'accesso al pubblico impiego, compresa la dirigenza. L'obiettivo è ridurre tempi e costi dei concorsi attraverso prove differenziate (teoriche e pratiche) in relazione alle professionalità che servirà reclutare. L'obbligo di reclutare dirigenti e figure professionali omogenee sarà rivolto anche alle province, alle città metropolitane, ai comuni, alle comunità montane (e loro consorzi e associazioni) nonché agli enti dagli stessi controllati. Per le regioni sono previsti incentivi in termini di incremento delle facoltà di assunzione. I nuovi concorsi prevedono verifiche psico-attitudinali per accertare che gli aspiranti statali siano in possesso di adeguate «capacità relazionali, ivi compresa l'attitudine al lavoro di gruppo». Sarà previsto anche l'uso di strumenti informatici per lo svolgimento delle prove selettive. I componenti delle commissioni esaminatrici dovranno essere scelti esclusivamente tra i soggetti iscritti nell'Albo nazionale che verrà istituito presso il Dipartimento della Funzione pubblica. Obiettivo della terza delega è migliorare i sistemi di misurazione e valutazione delle performance e della qualità dei servizi erogati.

Ma la vera riforma dirigenziale passa dalla quarta delega: alla dirigenza si potrà accedere solo attraverso concorso pubblico svolto dalla Scuola nazionale dell'amministrazione (Sna). Al concorso per dirigenti potranno partecipare anche i dipendenti che abbiano conseguito le valutazioni migliori nell'ultimo triennio, mentre una quota di posti (non superiore al 50% di quelli che si rendono disponibili nell'arco di un triennio a seguito di cessazione dal servizio e differenziata in base alle dimensioni di ciascuna amministrazione) a dirigenti di seconda fascia, sarà messa a concorso per i non appartenenti ai ruoli delle amministrazioni. Ed ancora, sempre per le deleghe, nuove regole su: conferimento, conferma e revoca degli incarichi dirigenziali, disciplina del rapporto di lavoro e del trattamento retributivo e definizione dei casi di responsabilità disciplinare, tra cui vi sarà l'omessa verifica dell'effettiva presenza in servizio del personale assegnato, nonché l'accertata scarsa produttività degli uffici. I furbetti del cartellino sono avvisati.


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