Data: 15/01/2019 14:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � L'accertamento del grado di colpa del sanitario e la conformit� del suo comportamento alle linee guida costituiscono aspetti di primo piano nell'ambito dei giudizi di responsabilit� medica e, con riferimento a essi, non pu� che essere segnalata la recente sentenza numero 412/2019 della Corte di cassazione (sotto allegata).

L'errore medico

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Tale pronuncia ha innanzitutto ricordato che, secondo il diritto vivente, � ancora attuale e valida la distinzione tra colpa lieve e colpa grave per imperizia nell'ambito della fase esecutiva delle raccomandazioni contenute nelle linee guida adeguate al caso di specie.

Per i giudici, infatti, non pu� non considerarsi che la colpa lieve per imperizia esecutiva, in determinati contesti, � idonea a delimitare l'area di irresponsabilit� del professionista sanitario.

Il ruolo delle linee guida

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La Corte ha inoltre ribadito che le linee guida costituiscono un sapere scientifico e tecnologico codificato e rappresentano un'utile parametro per orientare le decisioni terapeutiche e che � proprio muovendo da tale alveo interpretativo che l'articolo 5 della legge Gelli ha deciso di regolare le modalit� di esercizio delle professioni sanitarie.

Il legislatore del 2017 ha in sostanza costruito un "sistema istituzionale, pubblicistico, di regolazione dell'attivit� sanitaria, che ne assicuri lo svolgimento in modo uniforme, appropriato, conforme ad evidenze scientifiche controllate" e, cos�, ha imposto al professionista sanitario di attenersi alle raccomandazioni con gli adattamenti propri del caso concreto.

Le pretese dei medici

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Tale conclusione ha anche un importante rovescio della medaglia, in quanto, osservata dal punto di vista del medico, d� a questi "la legittima, coerente pretesa a vedere giudicato il proprio comportamento alla stregua delle medesime direttive impostegli".


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