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Data: 05/02/2019 10:30:00 - Autore: Matteo Santini
Avv. Matteo Santini - Oggi parlare formalmente di avvocato specializzato in diritto di famiglia non ha senso. Non esiste infatti un'autorità o un ente che possa legittimamente conferire o rilasciare il titolo di avvocato specializzato in diritto di famiglia.La figura dell'avvocato familiaristaE' quindi improprio ed inesatto riferirsi al titolo di avvocato specializzato in diritto di famiglia. Le diciture corrette e soprattutto quelle maggiormente diffuse sono quelle di "avvocato matrimonialista" o di "avvocato divorzista" o di "avvocato familiarista" o di "avvocato che esercita prevalentemente la propria attività nel ramo del diritto della famiglia". Nella bozza di regolamento sulle specializzazioni era indicata tra le materie anche il diritto di famiglia ma ad oggi non esiste una vera e propria scuola di specializzazione in diritto di famiglia. Quindi verrebbe da dire che rappresenta un non senso parlare di avvocato specializzato in diritto di famiglia. Ebbene in realtà, a prescindere dai termini formalmente utilizzati si preferisce al titolo "avvocato specializzato in diritto di famiglia" quello di avvocato "esperto in diritto di famiglia". Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma ha recentemente approvato un regolamento che se da un lato preclude all'avvocato la possibilità di fregiarsi del titolo di avvocato specializzato in diritto di famiglia, dall'altro consente di utilizzare il titolo di avvocato esperto in diritto di famiglia qualora l'avvocato dimostri di aver patrocinato nel triennio almeno 20 cause nel settore del diritto di famiglia oltre ad aver seguito corsi ed eventi formativi nel ramo del diritto di famiglia per almeno 40 ore complessive. Sarà onere dell'avvocato depositare la documentazione comprovante la sussistenza dei requisiti sopra indicati e richiedere al Consiglio dell'Ordine di deliberare il rilascio del titolo di "esperto in".L'importanza dell'esperienza A prescindere dai titoli lo scrivente ritiene che essere avvocato familiarista presupponga una notevole esperienza sul "campo" ed una approfondita conoscenza della prassi del Tribunale o dei Tribunali dove si esercita in via prevalente l'attività professionale. Infatti, in molti tribunali esistono protocolli specifici o prassi "particolari" che a volte sono difformi o addirittura contrastanti rispetto agli orientamenti delle corti di legittimità. L'avvocato familiarista dovrà essere "provvisto" anche di conoscenze di natura psicologica ed essere dotato di una particolare sensibilità che gli consenta da un lato di trattare con estrema umanità ogni parte coinvolta, cercando in tutti i modi di garantire il superiore interesse del minore, dall'altro di mantenere quella "serenità" ed "indipendenza" necessarie per poter svolgere il proprio mandato nel migliore dei modi. Si ritiene che l'avvocato di diritto di famiglia migliore sia quello che riesce a consentire il raggiungimento di una situazione di equilibrio stabile per le parti; un equilibrio che garantisca un punto di ripartenza per la "ex coppia" e per i figli. Un buon avvocato matrimonialista non avalla sempre ogni richiesta del proprio assistito (ove essa sia infondata o dannosa per i figli) né deve mai farsi imporre strategie difensive divenendo così il "braccio armato del proprio assistito". A giudizio dello scrivente un buon avvocato familiarista deve garantire ai minori la possibilità di mantenere rapporti significativi con entrambe le figure genitoriali in un'ottica di salvaguardia della bigenitorialità; non deve essere schiavo delle proprie esperienze personali, di ideologie politiche, religiose, né sposare ciecamente le versioni dei propri assistiti; deve cercare di mediare e consensualizzare le procedure al fine di ridurre i tempi, i costi e i conflitti, anche attraverso propri consulenti qualificati.
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