Data: 03/03/2019 16:00:00 - Autore: Luca Passarini
Guida diritto costituzionale

di Luca Passarini - Partendo da una sintetica definizione di sistema elettorale, si realizza il confronto con la nozione di formula elettorale. A questa distinzione si aggiunge una prima distinzione tra sistema elettorale proporzionale e sistema elettorale maggioritario, e le tipologie pi� note di espressione del voto popolare.

Vediamo, dunque, cosa sono i sistemi elettorali e la loro classificazione:

Cos'� il sistema elettorale

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Con sistema elettorale si intende di per s� una nozione ampia, non limitata al modello di traduzione dei voti in seggi, indicando in realt� tutto il complesso di norme che riguardano l'individuazione dell'elettorato attivo e passivo, la formula elettorale in senso stretto, la disciplina delle campagne elettorali, gli strumenti di controllo esterni (svolti cio� dagli organi di giustizia costituzionale) o interni sulla procedura elettorale; la disciplina della modalit� della indizione delle elezioni, le modalit� tecnico-operative di esercizio del voto, le modalit� secondo le quali si presentano le candidature (liste aperte o bloccate), la disciplina del finanziamento delle campagne elettorali, il procedimento elettorale nelle altre sue fasi fino allo scrutinio con interpretazione e conteggio dei voti espressi, cos� come le modalit� di surroga dei proclamati eletti, che cessino dalla carica.

La formula elettorale

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� invece con la nozione di formula elettorale che si fa riferimento al meccanismo concreto per tradurre in voti i seggi: l'insieme di norme e procedure che disciplinano lo svolgimento regolare di consultazioni elettorali, libere, competitive, pluraliste, aperte alla generalit� di cittadini e che permettono di trasformare i voti espressi dal corpo elettorale in seggi interni agli organi. Si realizza in questo modo lo strumento di democrazia rappresentativa per eccellenza. Una formula elettorale pu� prevedere per esempio l'elezione di un organo monocratico ovvero collegiale, potr� essere basata su un modello maggioritario o proporzionale, ovvero misto.

La classificazione dei sistemi elettorali

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Indagata la differenza tra sistema elettorale e formula elettorale e l'importanza dell'espressione del voto popolare, occorre adesso considerare la differenza che esiste tra il sistema proporzionale e quello maggioritario, indicando per entrambi i casi i caratteri tipici della formula elettorale, la rilevanza delle dimensioni del collegio, le eventuali clausole di sbarramento, l'ampiezza complessiva del corpo elettorale, le ipotesi di distorsioni nell'individuazione dei candidati, i rapporti che si vengono a creare tra i partiti.

I tre caratteri

La classificazione dei sistemi elettorali si concentra sull'analisi di tre caratteri:

a) la formula elettorale, quale meccanismo di trasformazione dei voti in seggi (rectius formula matematica di attribuzione dei seggi in base ai voti ottenuti da ciascun candidato o partito);

b) le dimensioni della circoscrizione (numero di rappresentanti da eleggere per ciascun territorio);

c) le soglie elettorali (necessariamente da superare per ottenere un seggio), cio� lo sbarramento in termini di percentuali di voti, che viene imposto ai partiti per ottenere la rappresentanza.

Il sistema maggioritario e il sistema proporzionale

Solitamente qualsiasi trattazione sui sistemi elettorali, comincia indicando la presenza di due modelli di sistemi elettorali, il maggioritario e il proporzionale.

Le liste elettorali

Le liste elettorali possono essere poi aperte (i candidati sono scelti dall'elettore mediante l'espressione di preferenze, consente un voto libero, diretto ed eguale) oppure bloccate (sono i partiti che decidono l'ordine dei candidati e non c'� possibilit� di modifica da parte degli elettori). In entrambi i casi ci sono dei punti a favore e dei punti contro e occorre sempre contemperare il rischio del voto di scambio con il voto a soggetti sgraditi agli elettori.
L'unico sistema proporzionale che non utilizza una lista di partito � il voto singolo trasferibile che consiste in un sistema proporzionale incentrato sull'ordinamento di preferenza dei candidati (voto ordinale), utilizzato in collegi plurinominali. I candidati che superano una determinata quota di voti di prima preferenza sono immediatamente eletti. Nei conteggi successivi, i voti dei candidati eliminati ed i voti avanzati dei candidati eletti sono riassegnati ai candidati rimanenti fino a quando tutti i seggi sono assegnati. Esempi di voto trasferibile sono l'Irlanda e Malta.

Le circoscrizioni territoriali

Sulle formule elettorali molto incidono poi le ripartizioni in circoscrizioni territoriali. I votanti sono ripartiti in circoscrizioni territoriali che tendono a dividere il territorio nazionale in quote equilibrate di votanti, consentendo l'elezione di uno o pi� candidati per circoscrizione in base al numero di seggi attribuiti. Fenomeni come il ritaglio dei collegi compiuti ad hoc per incidere sensibilmente sull'esito e sull'espressione del voto (cosiddetto gerry mandering) o di malaportionament per il caso in cui la divisione dei seggi tra i collegi non sia proporzionale ma involontariamente, trasformano sicuramente l'applicazione della formula stessa.


Bibliografia:

- G. De Vergottini, Diritto costituzionale comparato, CEDAM, 2015

- L. Mezzetti, Manuale breve di diritto costituzionale, GIUFFRE', 2018


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