Data: 12/03/2019 18:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

di Annamaria Villafrate - Il rapporto nazionale del 2019 sull'economia circolare del Circular Economy network dice che l'indice di circolarit� dell'Italia rispetto al 2018 � salito solo di un punto, da 102 a 103.

Rapporto nazionale economia circolare 2019

[Torna su]

Un dato che deve far riflettere anche se, nonostante un evidente rallentamento della crescita e alcune criticit�, il bel paese riesce a superare Regno Unito, Germania, Francia e Spagna. Occorre recuperare il terreno perduto, investire pi� risorse ed energie e semplificare le procedure per attribuire lo status di risorsa ai rifiuti. E' necessario inoltre intervenire sulla fiscalit�, ma anche sulla cultura, affinch� il modello dell'economia circolare diventi l'unico possibile.

Rallenta la crescita dell'economia circolare italiana

[Torna su]

Nel 2019 l'Italia che punta sull'economia circolare ed ecocompatibile cresce solo di un punto. L'indice di circolarit�, che nel 2018 era a 102, dall'inizio del 2019fermo a 103. Colpa del mancato recepimento delle politiche europee, che molti Stati Europei invece hanno gi� attuato.

I decreti attuativi che l'Italia dovrebbe far partire regolano la lavorazione e il successivo utilizzo dei rifiuti, che possono rappresentare il punto di partenza per rilanciare l'economia.

I rifiuti devono acquisire una nuova dignit� ed essere considerati come tutte le altre materie prime. Per farlo si devono semplificare le procedure grazie alle quali i rifiuti possono essere sottratti dalle discariche e godere dello status di risorsa, per essere immessi nel processo produttivo.

E' necessario vedere all'economia circolare come a un settore in cui impiegare le energie produttive per rilanciare il paese. Per farlo per� � necessario intervenire su pi� fronti, come la fiscalit� e tutta una serie di misure capaci d'incentivare gli investimenti.

Risultati dell'economia circolare

[Torna su]

Nel 2018 l'Italia per ogni chilogrammo di risorsa impiegata � riuscita a generare 3 euro di Pil surclassando la media europea di 2,24. Il nostro paese � invece al secondo posto, dopo il Regno Unito, per quanto riguarda la produzione di energia per litro di petrolio e al primo per l'impiego delle fonti rinnovabili.

Da qualche anno per� questo primato � minacciato dalla diminuzione costante e complessiva dell'utilizzo domestico di fonti rinnovabili. In picchiata anche la raccolta degli abiti usati e il mercato delle riparazioni di capi di abbigliamento, scarpe, orologi, gioielli e piccoli elettrodomestici.

Meglio invece i risultati relativi al riciclo dei rifiuti industriali, settore in cui l'Italia spicca con un 67% rispetto alla media europea del 55%.

Bene anche i dati dei lavoratori impiegati nel mercato del riciclo. L'Italia � in testa con un 2,1% rispetto alla media europea, anche se relativamente ai dati del 2015 (2,6%) � stata registrata una discesa. Un dato in linea con la diminuzione dell'occupazione in generale.

Altri punti dolenti da segnalare riguardano infine alcune aree del territorio, che non riescono a stare al passo con quelle virtuose, a causa dell'assenza di impianti e di ritardi nell'attuazione della politica del riciclo.

Leggi anche la guida Economia circolare


Tutte le notizie