Data: 19/03/2019 09:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – A Roma, per molti anni, il Comune ha consentito l'accesso libero dei veicoli su una strada dapprima riservata agli autobus e agli altri mezzi autorizzati, ovverosia via Portonaccio.

Terminati i lavori di risistemazione della viabilità, che avevano determinato la predetta libertà di accesso, il divieto è stato ripristinato. Siamo al 2 maggio 2017 e, nei soli mesi di maggio e giugno di quell'anno, su via Portonaccio si sono verificati circa 250mila accessi non autorizzati, con un ammontare complessivo di sanzioni pari a circa 23 milioni di euro.

Segnaletica confusa e insufficiente

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Diversi automobilisti, con molteplici ricorsi, hanno contestato i verbali con i quali sono stati sanzionati per aver transitato su via Portonaccio una volta ripristinato il divieto, aprendo così dei contenziosi dinanzi ai giudici di pace, che si sono conclusi con esito vario.

A sostegno delle doglianze, sostanzialmente, si è fatto leva sull'insufficienza, la contraddittorietà e la confusione della segnaletica.

Condotta scusabile e in buona fede

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Con la sentenza numero 4587/2019 qui sotto allegata, sulla vicenda si è pronunciato anche il Tribunale di Roma, che, in sostanza, ha ritenuto che la violazione dei divieti di accesso su via Portonaccio nel periodo immediatamente successivo al 2 maggio 2017 sia da ritenere scusabile e frutto di un comportamento degli automobilisti guidato da buona fede, a causa dell'inadeguatezza e della contraddittorietà della segnaletica.

La segnaletica

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In particolare, il Tribunale ha rilevato che la segnaletica di divieto di accesso su via Portonaccio per i veicoli diversi dagli autobus e dai mezzi autorizzati, durante il lungo periodo di sospensione del divieto stesso (protrattosi per anni), non era stata mai rimossa o modificata.

Inoltre, la segnaletica apposta per riattivare il divieto è stata "carente, disorganica, confusa, celata da ostacoli vari come vegetazione e autobus in transito, e non ben visibile per il suo infelice posizionamento; con sicura violazione del … art. 79 del CDS e in particolare del quinto comma che prevede che tutti i segnali devono essere percepibili e leggibili di notte come di giorno".

Buona fede di massa

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Per il giudice capitolino, oltre che alla segnaletica, la scusabilità delle violazioni può essere ricondotta anche alla buona fede di massa degli automobilisti che, anche in ragione delle indicazioni contraddittorie riportate sui siti della P.A., non sono stati messi nelle condizioni di percepire in maniera chiara e tempestiva la riattivazione della corsia preferenziale. Il picco delle violazioni a maggio e giugno 2017, "inaudito, abnorme e improvviso", non può quindi trovare "altra spiegazione se non nella perfetta buona fede di massa".

Violazioni indotte dalla P.A.

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Le violazioni commesse in quel periodo su via Portonaccio devono quindi considerarsi indotte dalle condotte inadeguate dell'Amministrazione e, in quanto tali, non possono dare luogo a una sanzione legittima.

Nel caso deciso dal Tribunale di Roma quale giudice dell'appello con la sentenza 4587 (che è una delle prime emesse da tale ufficio in materia), gli automobilisti che si erano ribellati alle "multe" erano tre e i verbali, annullati dapprima dal Giudice di pace e poi dal Tribunale stesso, erano 10.

La decisione, però, è destinata a interessare centinaia di altri utenti della strada, che sono stati sanzionati proprio per aver transitato su via Portonaccio nel periodo "incriminato".


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