Data: 30/03/2019 05:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - In vigore dal 30 marzo 2019, la legge sul reddito di cittadinanza e quota 100. La legge n. 26/2019 di conversione del decreto legge n. 4/2019 (c.d. decretone), recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni è stata approvata definitivamente dal Senato il 27 marzo 2019 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29 marzo.
Molte le novità apportate nel corso dell'iter parlamentare rispetto al testo originario del decreto, a partire dal rafforzamento delle norme anti-furbetti in materia di Reddito di Cittadinanza e alla maggiore attenzione ai nuclei con minori e disabili, sino, sul versante pensioni, all'eliminazione del tetto dei 45 anni di età per fruire del riscatto agevolato della laurea, e all'estensione a 10 anni della c.d. pace contributiva.

Ecco tutte le misure della nuova legge sul reddito di cittadinanza e pensioni:

Reddito di cittadinanza dal 1° aprile

Scattato ufficialmente dal 1° aprile 2019 il Reddito di cittadinanza, misura unica di contrasto alla povertà e volta a garantire il diritto al lavoro. Il RdC viene riconosciuto ai nuclei familiari che, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del beneficio, sono in possesso cumulativamente di una serie di requisiti.
Il componente richiedente il beneficio dovrà essere cittadino italiano o di paesi UE, ovvero suo familiare che sia titolare di diritto di soggiorno, anche permanente, ovvero cittadino di Paesi terzi con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Ancora, si richiede la residenza in Italia per almeno 10 anni, gli ultimi due in modo continuativo.
Quanto ai requisiti reddituali e patrimoniali è richiesto un ISEE inferiore a 9.360 euro e un calcolo agevolato è previsto in caso di nuclei familiari con minorenni. Ancora, sarà necessario un valore del patrimonio immobiliare, in Italia e all'estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30mila euro.

Extracomunitari: i requisiti andranno certificatati

Più gravosa la procedura nei confronti dei cittadini extracomunitari a cui è richiesto di presentare apposita certificazione, rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, tradotta in italiano e legalizzata dall'autorità consolare italiana comprovante i requisiti per accedere al beneficio e la composizione del nucleo familiare. Sono esonerati dall'obbligo di certificazione i rifugiati politici e i cittadini di Stati nei quali è oggettivamente impossibile acquisire la certificazione.

Requisiti RdC: maggior attenzione per famiglie con disabili

Ulteriori soglie da rispettare sono previste per il patrimonio mobiliare e per il reddito familiare, nonché con riferimento al godimento dei beni durevoli. In sede di conversione sono stati ritoccati alcuni valori per favorire le famiglie con componenti gravemente disabili o non autosufficienti.
Si innalza, da 5.000 a 7.500 euro, sia per la pensione che per il reddito di cittadinanza, la soglia d'accesso relativa al patrimonio mobiliare per ogni componente con disabilità grave o non autosufficienza.
Anche il parametro della scala di equivalenza, pari a 1 per il primo componente del nucleo, viene incrementato per ogni ulteriore componente di minore età, fino ad un massimo di 2,1, ovvero fino ad un massimo di 2,2 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.

Niente Rdc per chi ha guai con la giustizia o si è volontariamente dimesso

Al richiedente il beneficio è richiesta anche la mancata sottoposizione a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell'arresto o del fermo, nonché la mancanza di condanne definitive, intervenute nei dieci anni precedenti la richiesta, per una serie di delitti.
Inoltre, neppure avrà diritto al Rdc il solo componente del nucleo familiare disoccupato a seguito di dimissioni volontarie, nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa.

Divorzio: stretta sui furbetti

I coniugi separati o divorziati saranno ritenuti parte del medesimo nucleo familiare qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione, ma, per evitare abusi, si prevede che, qualora e la separazione o il divorzio siano avvenuti successivamente alla data del 1° settembre 2018, il cambio di residenza dovrà essere certificato da apposito verbale della polizia locale.
Stretta anche sui genitori single: in presenza di figli minori, il calcolo dell'ISEE sarà comprensivo di entrambe le situazioni patrimoniali e reddituali anche se i genitori sono non conviventi non sposati.

Pensione di cittadinanza anche in contanti

Oltre al RdC viene istituita anche la c.d. Pensione di cittadinanza che potrà essere concessa in caso di nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni, nonché, qualora tali componenti convivano con una o più persone in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, di età inferiore al predetto requisito anagrafico.
I requisiti per l'accesso e le regole di definizione del beneficio economico, nonché le procedure della gestione dello stesso, saranno le medesime del RdC salvo dove diversamente specificato.
L'erogazione del beneficio, inoltre, potrà avvenire "mediante strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni": in sostanza, anziché tramite Card, sarà possibile l'accredito sul conto corrente o postale, oppure il ritiro della somma (se inferiore a mille euro) direttamente in contanti in Posta o in banca.

RdC: il beneficio economico

Il beneficio economico del Rdc, su base annua, si compone di due componenti, una a integrazione del reddito familiare e una a integrazione del reddito delle famiglie che risiedono in abitazione in locazione. Il RdC, riconosciuto a tempo indeterminato per tutto il periodo in cui il beneficiario si trovi nelle condizioni previste dal decreto, decorrerà dal mese successivo a quello della richiesta con una sospensione di un mese ogni 18 mesi.
Il versamento avviene tramite un'apposita card e, diversamente da quanto previsto in origine, potranno essere monitorati dallo Stato soli importi complessivamente spesi e prelevati sulla Carta RdC e non, invece, le singole spese.
L'erogazione del beneficio, inoltre, è condizionata alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro di tutti i componenti il nucleo familiare maggiorenni, non già occupati e non frequentanti un regolare corso di studi. Ne sono esclusi i beneficiari della Pensione di cittadinanza, i beneficiari RdC titolari di pensione diretta o di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità.
Resta ferma, tuttavia, la possibilità che il componente con disabilità interessato richieda volontariamente di aderire a un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale il quale dovrà tenere conto delle condizioni e necessità specifiche dell'interessato.

Legge reddito di cittadinanza: le misure sul lavoro

Per ottenere l'assegno, inoltre, sarà necessario sottoscrivere un patto per il lavoro e i centri per l'impiego si occuperanno di proporre ai percettori del RdC delle offerte di lavoro da accettare se "congrue". La convocazione dei beneficiari del RdC da parte dei centri per l'impiego e dei comuni, singoli o associati, potrà essere effettuata anche con mezzi informali, quali messaggistica telefonica o posta elettronica.
Diverse modifiche sono intervenute proprio in relazione all'offerta lavorativa e spaziano dalle opportunità per i "working poor" al salario minimo, alle offerte congrue per famiglie con figli minori o disabili, sino agli incentivi ad hoc per le imprese e al dimezzamento dei navigator.

Offerte di lavoro ai "working poor"

In sede di conversione si è stabilito che al Patto per il Lavoro e alle opportunità di politica attiva per l'occupazione, che consentiranno di ricevere offerte di lavoro "congrue" dai Centri per l'Impiego, potranno accedere anche i c.d. "working poor" ovvero coloro che hanno un lavoro pagato pochissimo, che gli garantisce un reddito inferiore a quello previsto per il RdC.

Offerta congrua se il salario supera 858 euro al mese

L'obbligo di accettare una proposta grava sui beneficiari del reddito, ma solo qualora il salario sia di almeno 858 euro al mese. In altre parole, l'offerta è ritenuta congrua se la retribuzione è superiore di almeno il 10% al beneficio massimo fruibile.

Congruità dell'offerta di lavoro per famiglie con minori o disabili

Inoltre, esclusivamente nel caso in cui nel nucleo familiare del beneficiario RdC siano presenti figli minori, anche qualora i genitori siano legalmente separati, l'offerta è ritenuta congrua se non eccede la distanza di 250 chilometri dalla residenza del beneficiario. Ma ciò varrà solo nei primi 24 mesi dall'inizio della fruizione del beneficio, anche in caso di rinnovo dello stesso.
La distanza, invece, non dovrà eccedere i 100 km qualora qualora nel nucleo familiare siano presenti persone con disabilità, indipendentemente dal periodo di fruizione del benefici.

Navigator: 3.000 assunzioni nel 2020

Viene recepito l'accordo tra Governo e Regioni che ha sciolto il nodo sui "navigator" e ha previsto un piano straordinario triennale di potenziamento dei centri per l'impiego.
Le assunzioni destinate ai centri per l'impiego saranno 3.000 (non più 6.000) a decorrere dal 2020 mentre, dall'anno successivo (2021) si potranno assumere ulteriori 4.600 unità destinate alle dotazioni organiche delle Regioni. Stanziati 120 milioni per il 2020 e 304 milioni annui dal 2021.

Imprese e beneficiari RdC: incentivi e sanzioni

Le maxi sanzioni (incrementate del 20%) previste per i datori di lavoro che impiegano in nero stranieri o minori vengono estese anche a coloro che impiegano in maniera irregolare i beneficiari del reddito di cittadinanza.
Quanto agli incentivi previsti per le imprese che assumono beneficiari del reddito di cittadinanza, questi saranno validi anche in caso di contratto di apprendistato e non solo per i lavori a tempo indeterminato.
Non spetterà alcun incentivo, invece, se chi assume beneficiari RdC non sia in regola con le quote di assunzione dei lavoratori con disabilità appartenenti alle categorie protette, a meno che non vengano assunti percettori del beneficio appartenenti alle medesime liste.

Domande Rdc da aggiornare entro 6 mesi

Il provvedimento definitivo "salva" le domande per il Reddito di Cittadinanza già presentate sulla base della disciplina vigente prima dell'entrata in vigore del nuovo testo. Tuttavia l'accesso al beneficio con le vecchie regole sarà previsto solo per un periodo di 6 mesi, poi sarà necessario un aggiornamento per adeguarsi alle novità previste dalla legge di conversione.
Viene altresì previsto che le richieste del reddito di cittadinanza, oltre a quelle della pensione di cittadinanza, possano essere presentate anche ai patronati.

Un "campione" per valutare il reddito

Per monitorare il funzionamento del RdC, il ministero del Lavoro potrà individuare un campione rappresentativo di famiglie da sottoporre a test, ottenendo in cambio l'esenzione da alcuni obblighi (non quelli inerenti la disponibilità al lavoro e all'accettazione delle offerte congrue. Per scovare i "furbetti" del reddito, invece, è prevista l'assunzione di 100 finanzieri e 65 carabinieri aggiuntivi.

La figura del vice presidente Inps

Il provvedimento istituisce la figura del vice presidente INPS entrerà a far parte della Governance dell'Istituto, scelto tra persone di comprovata competenza e specifica esperienza gestionale.
Sarà nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il vice presidente è componente del consiglio di amministrazione, sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento e può svolgere tutte le funzioni ad esso delegate.

Pensioni e Quota 100

Moltissime novità vanno a ritoccare il regime delle pensioni. Spicca, in particolare, l'introduzione in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, della possibilità di andare in pensione a 62 anni, con un'anzianità contributiva minima di 38 anni (c.d. Pensione Quota 100).
Per i lavoratori privati, la decorrenza del trattamento è riconosciuta dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti stessi se avvenuta dal 1° gennaio 2019. Qualora la maturazione dei requisiti sia avvenuta entro il 31 dicembre 2018, la decorrenza del trattamento pensionistico decorre dal 1° aprile 2019.
I lavoratori pubblici, invece, se hanno maturato i requisiti entro la data di entrata di entrata in vigore del decreto, potranno andare in pensione dal 1° agosto 2019, altrimenti dovranno attendere sei mesi dalla data di maturazione dei requisiti. La domanda di collocamento a risposo dovrò essere presentata all'amministrazione di appartenenza con un preavviso di sei mesi.

Pensione anticipata e ape sociale

Dal 1° gennaio 2019 e fino al 2026 il requisito contributivo per accedere alla pensione anticipata resta fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, senza l'adeguamento all'incremento della speranza di vita.
Tutto fermo anche per i lavoratori precoci, che quindi potranno accedere alla pensione con un'anzianità contributiva pari a 41 anni, indipendentemente dall'età anagrafica (trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti).

Gravosi: addio finestre per il pensionamento

Per quanto riguarda i lavoratori che svolgono professioni gravose, non sarà più necessario attendere la finestra di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti per accedere alla pensione all'ape social e alla pensione con quota 41.

Statali: sale la soglia anticipo TFS

aumenta da 30 mila a 45 mila euro l'anticipo del del Trattamento di fine servizio che spetta agli statali. Inoltre, la richiesta di finanziamento per l'indennità di fine servizio potrà essere presentata alle banche o agli intermediari finanziari anche da coloro che siano andati in pensione prima della data di entrata in vigore del decreto.

Opzione donna prorogata al 2019

Opzione donna viene prorogata al 2019. Si tratta della misura che concede alle donne il pensionamento anticipato, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo, se si matura entro il 31 dicembre 2018 un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti (59 anni per le lavoratrici autonome). I requisiti anagrafici non sono adeguati agli incrementi alla speranza di vita.

Riscatto periodi non coperti da contribuzione

In via sperimentale, per il triennio 2019-2021, viene consentita la facoltà di riscattare, in tutto in parte e nella misura massima di cinque anni (anche non continuativi), i periodi compresi tra l'anno del primo e quello dell'ultimo contributo che non siano già coperti da contribuzione, parificandoli a periodi di lavoro. L'opzione potrà essere utilizzata solo da coloro la cui pensione sarà liquidata integralmente con il sistema di calcolo contributivo.
Il versamento dell'onere potrà essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza in unica soluzione ovvero in un massimo di 120 rate mensili (anziché le 60 previste dalla versione originaria del provvedimento), senza applicazione di interessi per la rateizzazione.

Riscatto laurea agevolato per tutti

Cade il tetto dei 45 anni di età previsto in precedenza per il riscatto della laurea con le agevolazioni. La richiesta potrà essere avanzata anche dagli over 45, ma è rimasto il limite temporale del 1996: della detrazione del 50% potranno fruire solo coloro che sono "privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995".

Pensione sospesa a latitanti ed evasi

Ai soggetti condannati a pena detentiva con sentenza passata in giudicato per reati di stampo mafioso e terroristico, nonché per ogni altro delitto per il quale sia stata irrogata, in via definitiva, una pena non inferiore a due anni di reclusione, che si siano volontariamente sottratti all'esecuzione della pena, è sospeso il pagamento dei trattamenti previdenziali di vecchiaia e anticipati erogati dagli enti di previdenza obbligatoria.
La medesima sospensione si applica anche nei confronti dei soggetti evasi, o per i quali sia stato dichiarato lo stato di latitanza.

Nuove assunzioni per coprire i vuoti di Quota 100

Per far fronte alle scoperture di organico che l'entrata in vigore di Quota 100 determinerà in diversi settori, il provvedimento prevede diverse misure assunzionali per scuola regioni e comuni.

Servizio sanitario nazionale

Stante la necessità di garantire i livelli essenziali delle prestazioni, gli enti e le aziende del Servizio sanitario nazionale potranno procedere all'assunzione delle professionalità occorrenti, tenendo conto, non solo del personale già uscito, ma anche delle cessazioni che interverranno in corso d'anno, purché in linea con la programmazione regionale e nel rispetto dei piani triennali dei fabbisogni di personale.

Mibac

Per far fronte alle gravi scoperture di organico degli uffici preposti alle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, anche il ministero dei Beni culturali potrà procedere a un massimo di 551 assunzioni, già dal 15 luglio, attraverso lo scorrimento delle graduatorie e nuovi concorsi con modalità semplificate.

Regioni e Comuni: turnover più esteso

Per il triennio 2019-2021, nel rispetto della programmazione del fabbisogno e di quella finanziaria e contabile, le regioni e gli enti locali potranno computare, ai fini della determinazione delle capacità assunzionali per ciascuna annualità, sia le cessazioni dal servizio del personale di ruolo verificatesi nell'anno precedente, sia quelle programmate nella medesima annualità. Le assunzioni potranno essere effettuate soltanto a seguito delle cessazioni che producono il relativo turnover.

Scuola: precedenza ai precari

Per fronteggiare gli effetti di Quota 100 sul sistema scolastico e garantire lo svolgimento dell'attività didattica, nel primo dei concorsi bandito successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione, le graduatorie di merito saranno predisposte attribuendo ai titoli posseduti un punteggio fino al 40% di quello complessivo.
Tra i titoli valutabili sarà particolarmente valorizzato il servizio svolto presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, al quale sarà attribuito un punteggio fino al 50% del punteggio attribuibile ai titoli.

Ministero della giustizia: in arrivo 1300 unità

Anche il Ministero della giustizia sarà messo in grado di tamponare gli effetti di Quota 100 con nuove assunzioni.
Il Ministero verrà autorizzato, già dal 15 luglio 2019, a effettuare assunzioni di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, nel limite di 1.300 unità di II e III Area, avvalendosi delle facoltà assunzionali ordinarie per l'anno 2019.

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