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Data: 07/04/2019 23:00:00 - Autore: Lucia Izzo di Lucia Izzo - Fa discutere e non manca di destare preoccupazione la proposta del Governo Giallo-Verde di introdurre i c.d. minibot, una sorta di "moneta parallela" che verrebbe utilizzata per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese. L'idea, in realtà, sarebbe più concreta di quanto si pensi in quanto "accennata" all'interno del contratto di Governo di Lega e M5S.
I debiti insoluti dell'amministrazione italiana[Torna su] Nel contratto di Governo, in effetti, si evidenzia la necessità di "intervenire per risolvere la questione dei debiti insoluti della pubblica amministrazione nei confronti dei contribuenti, tenuto conto della portata patologica del fenomeno nel nostro Paese e la necessità di una sua ridefinizione in sede europea ai fini degli indicatori statistici". Tra le misure concretamente percorribili, si legge ancora, "spiccano l'istituto della compensazione tra crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione, da favorire attraverso l'ampliamento delle fattispecie ammesse, e la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di stato di piccolo taglio, anche valutando nelle sedi opportune la definizione stessa di debito pubblico". Come riporta il Sole24Ore, lo scorso 23 novembre a Düsseldorf, Germania, alcuni economisti tedeschi (tra cui l'exchief economist di Deutsche Bank, Thomas Mayer) hanno discusso proprio di una "Parallelwährung für Italien". Gli economisti, in sostanza, hanno evidenziato come il nostro Paese, da 25 anni, spende meno di quello che incassa e anziché indebitarsi per pagare pensioni o stipendi, lo fa per pagare interessi su interessi. Da qui la discussione sulla c.d. "moneta fiscale", ovvero una moneta a fianco dell'euro che, lungi dal sostituirlo, sarebbe emessa e poi accettata dallo Stato per pagare le tasse. Minibot: di cosa si tratta?[Torna su] L'economista e deputato Claudio Borghi si è fatto promotore dell'iniziativa dell'emissione dei c.d. "mini-bot", ovvero Buoni ordinari del Tesoro di piccolo taglio, che si potranno utilizzare per pagare alle imprese i debiti della P.A. che, ad oggi, ammontano ancora a 60 miliardi di euro. In un'intervista a La Verità, Borghi ha spiegato la funzione di questi "mini" titoli di Stato: "Al contrario di quanto promesso e non fatto da Renzi procederemo, per chi lo desidera, al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione con titoli di Stato commerciabili". Borghi ha spiegato che non si tratterebbe di una moneta parallela all'euro, evidenziando come già da ora esistano titoli (es. i ticket restaurant) che consentono anche di fare degli acquisti. I mini-Bot, con taglio compreso tra 5 e 100 euro, consentirebbero di saldare i debiti arretrati della Pubblica amministrazione verso imprese e cittadini, fornendo uno strumento aggiuntivo per a chi ha crediti IVA o nei confronti del Fisco da incassare. Una "seconda" moneta con valore simile agli euro[Torna su] Gli esperti parlano di mini-bot come di una fattispecie della moneta fiscale, riportando l'esempio dei crediti per le ristrutturazioni edilizie, in cui lo Stato consente di scalare dalle tasse negli anni a venire metà delle spese sostenute. Tuttavia, qualora si rendessero tali crediti trasferibili ad altri e si estendessero a tutte le famiglie e imprese, indipendentemente dalle spese edilizie, diverrebbero qualcosa che ha un valore simile a quello degli euro. L'idea è che lo Stato possa emettere sconti fiscali futuri: in questo modo garantisce al cittadino che li riceve qualcosa che ha un valore, dato che con 1.000 euro di sconto fiscale l'anno prossimo eviterà di pagare 1.000 euro. Le imprese e famiglie che abbiano bisogno immediatamente di soldi potrebbero però cederli subito, con uno sconto del 5% o 10% ad esempio, a chi invece fosse disposto ad aspettare a utilizzarli e in questo modo circolerebbe da subito più denaro nell'economia. Funzionerebbe come una seconda moneta, interna all'Italia, con un valore vicino all'euro. Minibot: le obiezioni[Torna su] Sono diverse le voci critiche che hanno contestato la "moneta fiscale": "illusione" ed "effetto boomerang" sono alcune delle espressioni utilizzate per descrivere i mini-bot. Da un lato, infatti, si evidenzia come si tratterebbe di un "nuovo debito" per lo Stato o che potrebbe diventarlo in futuro quando i beneficiari, anziché versare euro all'Agenzia delle Entrate, verseranno questi buoni o sconti emessi dallo Stato. Inoltre, taluni evidenziano il possibile contrasto con il Sistema monetario Europeo, stante la violazione dell'art. 128 del Trattato dell'Unione Europea e dell'art. 10 del Regolamento CE/974/98. Ancora, questa forma di pagamento potrebbe essere accolta con poco favore, poiché i mini-Bot potranno circolare solo in Italia ed essere utilizzati per il pagamento dei fornitori della pubblica amministrazione. Non essendone consentito l'impiego nelle transazioni con controparti non italiane, dunque, indipendentemente dal valore nominale del titolo, il valore effettivo ne uscirebbe notevolmente ridotto. Altre critiche sottolineano come anche il fatto che i mini-bot vengano accettati come moneta fiscale per pagare le imposte sia rischioso: lo Stato rischia così di vedersi ridotti gli introiti fiscali e di dover compensare con un maggior ricorso al mercato, con un effetto moltiplicatore del debito.
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