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Data: 03/05/2019 11:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate di Annamaria Villafrate - Pensare di arrivare alla pensione e ritrovarsi in mano un assegno mensile poco più alto della minima, spaventa proprio tutti. C'è chi magari pur lavorando una vita, lo ha fatto in modo discontinuo, passando da un lavoro autonomo a uno da dipendente. C'è invece chi si è affacciato al mondo del lavoro da adulto perché si è laureato e ha dedicato gli anni migliori alla ricerca. A questi si aggiungono quelli che di andare in pensione non ci pensano proprio e hanno voglia di rimettersi in gioco e aprire una piccola attività. Tutte queste persone devono sapere che non sempre questi eventi della vita penalizzano l'importo della pensione. Ecco quindi come fare per avere una pensione più sostanziosa anche quando la vita lavorativa e contributiva si è svolta con qualche scossa:
Pensione: come aumentare l'assegno[Torna su]
C'è chi crede che per avere una pensione corposa l'unica strada sia lavorare il più possibile e quindi versare più contributi. In realtà questo non è l'unico modo per rimpolpare l'assegno mensile. Ci sono svariati metodi per ottenere questo risultato. Non è solo versando più contributi possibili che la pensione sale, ma anche valorizzando quelli già versati. E' necessario conoscere quanti più sistemi possibili, visto che alcuni possono essere utilizzati solo a certe condizioni. Vediamo quindi di fare una carrellata dei vari metodi previsti dalla legge per avere una pensione capace di garantire una buona qualità di vita quando le energie per lavorare vengono meno. Lavorare dopo la pensione[Torna su]
Questo è il sistema suggerito per chi, nonostante i capelli grigi, ha ancora tanta voglia di fare e non si rassegna a leggere il giornale in poltrona. Ora senza scendere troppo in dettaglio, vista la complessità della disciplina in materia, è necessario precisare che chi fa questa scelta deve comunque attendere, prima di farsi assumere o d'intraprendere un'attività lavorativa autonoma, dei termini precisi. Si può infatti cominciare a lavorare di nuovo solo dopo che la pensione è stata effettivamente riconosciuta, ovvero una volta che l'assegno per la pensione ha iniziato a decorrere. Chi vuole intraprendere questa strada deve sapere però che ci sono dei requisiti e dei limiti precisi da rispettare. Pensione supplementare[Torna su]
La pensione supplementare è quella che l'INPS corrisponde al libero professionista che durante gli anni di attività lavorativa non è riuscito a versare contributi in misura sufficiente e in diverse gestioni e non ha la possibilità di riunirli in un'unica cassa avvalendosi degli strumenti della ricongiunzione o del cumulo. Pensione complementare[Torna su]
Si tratta in sostanza di una pensione privata che il lavoratore ha diritto a percepire solo dopo aver versato in un fondo privato i contributi integrativi e che quindi va a cumularsi con l'importo di quella "pubblica." Il modo migliore per costruirsi questo aumento di pensione è di destinare al fondo il proprio TRF. Riscatto contributi[Torna su]
Questo sistema permette al lavoratore di versare volontariamente dei contributi che non sono stati versati a suo tempo aumentando così l'importo della pensione e anticipandone la maturazione dei requisiti. Il riscatto può avere ad oggetto periodi di disoccupazione, di lavoro all'estero o svolto con la formula part-time o stagionale, di servizio civile, di aspettativa o di studio e formazione, come il percorso di laurea o di ricerca. Richiesta accredito contributi figurativi[Torna su]
I contributi figurativi sono quelli a cui il dipendente ha diritto, ma che non sono stati versati d'ufficio in certi periodi della sua vita, a prescindere dallo svolgimento di un'attività lavorativa. Il mancato versamento può essere stato causato da un errore, per fortuna esso è rilevabile facendo un controllo dello storico dei versamenti e procedendo poi alla domanda di accredito. Detto questo quando si ha diritto ai contributi figurativi? I periodi in cui si ha diritto ai contributi figurativi riguardano quelli di disoccupazione ordinaria, cassa integrazione, mobilità, licenziamento politico, contratti di solidarietà, malattia e infortunio, tubercolosi, maternità e congedi parentali, svolgimento di funzioni pubbliche, persecuzione e servizio militare. Cumulo contributivo[Torna su]
Grazie al cumulo è possibile riunire in modo gratuito e in un'unica cassa i contributi versati in gestioni differenti, comprese quelle dedicati ai liberi professionisti, anche se ogni gestione paga la propria quota autonomamente. In questo modo è possibile recuperare i contributi versati in una cassa che, se troppo bassi, non darebbero diritto ad alcun trattamento pensionistico. Si recuperano in sostanza contributi che, in assenza di cumulo, andrebbero persi. Ricongiunzione contributiva[Torna su]
Come per il cumulo la ricongiunzione da la possibilità di riunire i contributi versati in diverse gestioni. A differenza del sistema precedente però in questo caso la gestione che eroga la pensione è una sola, perché in essa vengono trasferiti i contributi delle diverse gestioni previdenziali. Leggi anche: - A che età si può andare in pensione - Pensioni: tutte le tipologie |
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