Data: 04/06/2019 08:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Prima di assumere un incarico, gli avvocati devono verificare di non essere in posizione di conflitto di interessi rispetto ai propri clienti.

Il codice deontologico forense è infatti molto severo sul punto e non rispettare tale prescrizione può comportare delle conseguenze significative.

Cos'è il conflitto di interessi dell'avvocato

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Il conflitto d'interessi è la situazione che si verifica quando un soggetto è portatore di interessi che, per la loro natura, confliggono con gli interessi che dovrebbe tutelare in ragione del proprio ruolo o dell'incarico ricevuto.

Con riferimento all'avvocato, si ha quindi conflitto di interessi quando i suoi interessi, personali o professionali, non sono compatibili con l'incarico di rappresentanza e difesa che gli è stato affidato.

Conflitto di interessi nel codice deontologico forense

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I casi di conflitto di interesse dell'avvocato sono espressamente regolati dal codice deontologico forense, che dedica a tale tematica il suo articolo 24.

Tale norma, in particolare, stabilisce che l'avvocato è in conflitto di interessi se:

  • dalla sua attività professionale possa sorgere un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o un'interferenza con lo svolgimento di un altro incarico, che non deve avere necessariamente natura professionale,
  • il nuovo mandato determini la violazione del segreto sulle informazioni che il legale ha ricevuto da un'altra parte assistita o un altro cliente
  • la conoscenza degli affari di una parte possa favorire in maniera ingiusta un'altra parte assistita o un altro cliente
  • l'adempimento di un precedente mandato limiti l'indipendenza dell'avvocato nello svolgimento del nuovo incarico
  • il cliente abbia un interesse confliggente con quello del cliente di un altro avvocato che faccia parte della stessa società tra avvocati o associazione professionale o che eserciti negli stessi locali e sia un collaboratore non occasionale.

Conflitto di interessi: obblighi dell'avvocato

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Più in generale, l'avvocato è sempre tenuto a esercitare la propria attività professionale con indipendenza e a difendere la propria libertà rispetto a pressioni o condizionamenti di qualsiasi natura, anche se hanno a che fare con interessi che riguardano la sua sfera professionale.

Se vi sono circostanze impeditive per la prestazione dell'attività che gli è richiesta, l'avvocato deve comunicarle alla parte assistita e al cliente.

Conflitto di interessi dell'avvocato: sanzioni

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L'avvocato che eserciti la propria attività professionale, come detto, va incontro a conseguenze tutt'altro che irrilevanti.

Il codice deontologico, infatti, prevede per tale ipotesi la sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio dell'attività professionale da uno a tre anni. La sanzione è meno severa, e si concretizza nella censura, solo in ipotesi di violazione del dovere generico di agire con indipendenza e libertà e di quello di informare il cliente della sussistenza di circostanze impeditive.

Conflitto di interessi sopravvenuto

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Se è chiaro, quindi, che in caso di conflitto di interessi l'avvocato deve rifiutare l'incarico, cosa accade invece se tale situazione sopravviene al conferimento dell'incarico?

Se si verifica una simile ipotesi, l'avvocato ha una sola strada: quella di rimettere il mandato, a meno che non possa eliminare l'altra situazione in conflitto con la propria prestazione professionale nei confronti di quel determinato cliente.


Vedi anche la guida Il conflitto di interessi

Vai al Codice deontologico forense 2019


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