Data: 20/06/2019 17:30:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Abolire ora di religione e sostituire con educazione civica. Questa la richiesta principale contenuta in una mozione depositata al Senato da Riccardo Nencini dopo l'appello formulato a fine gennaio da Carlo Troilo, dirigente della Associazione Luca Coscioni, in vista del 90° anniversario del Concordato.

Via l'ora di religione

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Oltre che da Nencini, il documento porta la firma anche di Emma Bonino, +Europa; Maurizio Buccarella, 5 Stelle; Roberto Rampi, PD; Loredana De Petris, LEU; Carlo Martelli, Gruppo Misto; Elena Fattori, 5 Stelle; Tommaso Cerno, PD; Matteo Mantero, 5 Stelle. La mozione parlamentare per la laicità dello Stato e la riduzione dei privilegi vaticani, alla richiesta principale aggiunge quelle relative ad altri privilegi: chiedere formalmente alla Cei di avviare la procedura per modificare i criteri arbitrari con cui viene eseguita la ripartizione della quota "non destinata" dell'otto per mille (circa la metà del totale); rivedere - per renderle efficaci - le norme relative all'Imu sui beni immobili della Chiesa Cattolica ed intraprendere un'azione determinata per dare attuazione alla recente sentenza della Corte Europea, recuperando l'ICI non pagata in passato. In premessa, nella mozione viene chiarito che «Tutti questi privilegi per la Chiesa Cattolica contrastano con la crescente secolarizzazione della società italiana dove i cattolici praticanti sono circa il 30% della popolazione, e scendono al di sotto di questa percentuale fra i giovani».

Troilo: «La scuola luogo in cui vengono insegnati pensiero critico ed educazione civica»

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A fare luce sugli obiettivi della mozione ci pensa Carlo Troilo, Dirigente Ass. Luca Coscioni: «L'obiettivo – spiega - è quello della laicità dello Stato, che non è un obiettivo antireligioso, ma anzi profondamente rispettoso della libertà religiosa e di espressione. Vorrei che la scuola fosse il luogo dove vengono insegnati il pensiero critico e l'educazione civica, e vorrei che il danaro pubblico fosse utilizzato per finanziare progetti di interesse pubblico invece che assegnati a fondo perduto a organizzazioni religiose, che poi lo utilizzano anche per campagne politiche, come accaduto per il sabotaggio del referendum sulla legge 40. I privilegi fiscali per gli enti legati al Vaticano – conclude - oltre ad essere un danno per tutti i cittadini, sono una offesa innanzitutto ai cattolici, che vedono impropriamente utilizzata la motivazione religiosa per imporre misure di iniquità fiscale».

I contenuti della mozione per la laicità dello Stato

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La mozione al Senato parte dalla premessa che, secondo le novità introdotte la revisione del Concordato del 1984: «la religione cattolica non era più la religione di Stato, il suo insegnamento nella scuola statale aveva carattere facoltativo, e il finanziamento diretto della chiesa da parte dello Stato (congrua) veniva sostituito dall'autofinanziamento da parte dei fedeli grazie al meccanismo dell'8 per mille – tuttavia - le scelte politiche degli anni successivi si mossero in direzione opposta, riportando in essere i privilegi accordati nel 1929» con la conseguenza che non è cambiato nulla e che la religione cattolica è rimasta "religione di Stato". L'insegnamento della religione cattolica «è tuttora di fatto "obbligatorio", per la casualità o la totale mancanza delle alternative; lo stipendio dei suoi insegnanti è a carico dello Stato ed essi entrano nei ruoli della scuola senza concorso, con l'impegno a trovare loro un'altra collocazione nel caso la Chiesa – che li designa - ritiri loro la sua legittimazione – infine - l'abolizione della congrua è stata più che compensata dal meccanismo dell'otto per mille e dai criteri arbitrari con cui viene eseguita la ripartizione della quota "non destinata" dai contribuenti (circa la metà del totale); un meccanismo che privilegia la Chiesa Cattolica, "interpretando" in suo favore la volontà di quanti non esprimono alcuna opzione fra quelle possibili».

In sostanza, si tratta di una serie di privilegi che «contrastano con la crescente secolarizzazione della società italiana dove i cattolici praticanti sono circa il 30% della popolazione, e scendono al di sotto di questa percentuale fra i giovani». In Italia la disinformazione sulla Costituzione e le leggi dello Stato e sui doveri e diritti dei cittadini ha portato ad un «imbarbarimento».

Da qui la necessità, siglata nella mozione di impegnare il Governo:

- «ad abolire l'ora di religione ed a sostituirla con un'ora obbligatoria di educazione civica»;

- a formalizzare la richiesta alla Conferenza episcopale italiana di avviare la procedura prevista dall'articolo 49 della legge 20 maggio 1985, n. 222, al fine di modificare l'articolo 47 della stessa legge riducendo l'aliquota e modificando il meccanismo delle quote inespresse relativamente all'otto per mille;

- a rivedere - per renderle efficaci - le norme relative all'IMU sui beni immobili della Chiesa Cattolica e ad intraprendere un'azione determinata per dare attuazione alla recente sentenza della Corte Europea, recuperando l'ICI non pagata in passato.


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