Data: 10/07/2019 22:00:00 - Autore: VV AA

Dott. Vittorio Corasaniti - Nel giorno dell'arresto di Bellomo avvenuto ieri (leggi Caso Bellomo: arrestato per maltrattamenti ad allieve l'ex magistrato) arriva un'altra notizia di discriminazione di genere subita da un'avvocatessa dell'Ordine degli Avvocati di Milano presso il Tribunale di Lodi ad opera del Presidente di sezione civile e del Presidente dello stesso Tribunale.

I fatti

Preoccupata per la sparizione di alcuni atti processuali dalla cancelleria civile (atti depositati in cartaceo per mancato funzionamento del PCT) e dalla decisione del giudice civile di un ordine di esibizione ex art. 210 c.p.c. generale su documentazione già ampiamente prodotta in giudizio, l'avvocatessa si recava con suo figlio di nove mesi presso l'ufficio del Presidente di Sezione, sentendosi dire da questi, ancor prima di esporre il caso, che non è possibile portare i bambini in tribunale in quanto luogo pubblico e che avrebbe dovuto trovarsi una baby sitter.

Discriminazione di genere: urge formazione anche ai giudici

Informato il presidente del Tribunale di Lodi di tutto l'accaduto, lo stesso le rispondeva adducendo una definizione di discriminazione in cui non rientra il sesso, né la condizione sociale, e specificando, tra l'altro, che il magistrato civile si sarebbe limitato a rivolgerle un'esortazione che, invece, non è stata gradita.

Invece di scusarsi per il comportamento del collega, il presidente del Tribunale "avvertiva" altresì l'avvocatessa del fatto che, in merito alla segnalazione sulle gravi omissioni del personale giudiziario, avrebbe trasmesso la nota alla Procura della Repubblica in sede, che "potrà valutare se [...] sia ravvisabile il reato di calunnia a suo carico", in spregio della competenza territoriale e del disposto normativo di cui all'art. 368 c.p.

Un grave indizio del fatto che la discriminazione può celarsi anche nelle menti dei più colti e dotti, e che vi è una impellente necessità di intervenire attraverso costanti progetti di formazione, coinvolgendo anche coloro i quali paiono, a prima vista, essere esenti da ogni tipo di pregiudizio.


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