Data: 13/07/2019 15:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax � Quello dipinto dai risultati delle prove Invalsi nazionali non � il quadro che meriterebbe l'Italia. La scuola arranca, tranne qualche eccezione; quelli che dovrebbero essere i lavoratori del futuro, gli studenti (soprattutto al Sud), manifestano difficolt� nelle materie di base.

Bussetti: �Invalsi, foto articolata e dettagliata�

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A poco valgono le parole del ministro all'Istruzione Marco Bussetti che spiega �Oltre ad alcuni innegabili segnali di preoccupazione, i risultati contengono anche alcune tendenze incoraggianti e spunti di immediato intervento migliorativo�. L'unica nota positiva rispetto al 2018 Invalsi � un leggero miglioramento degli esiti complessivi. Il ministro sottolinea come i test Invalsi siano uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del lavoro fatto e di quanto bisogna svolgere. Il miglioramento riguarda gli studenti della scuola superiore di primo grado, soprattutto in Matematica e Inglese, ma la vera emergenza � il Sud.

Vediamo pi� da vicino i numeri presentati alla Camera sulla rilevazione degli apprendimenti nelle classi II e V delle elementari, nella classe III della scuola secondaria di primo grado e nelle classi II e V della scuola secondaria di secondo grado.

Studenti italiani, secondo i dati Invalsi il Sud va in affanno

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In generale il livello di preparazione degli studenti italiani lascia molto a desiderare, in particolare al Sud, dalle elementari fino all'ultimo anno delle superiori. Continua ad essere marcata la differenza tra Nord e Sud del Paese sulle competenze degli studenti in italiano e matematica. Soprattutto su quest'ultima materia, fin dalle elementari, emergono le maggiori differenze di apprendimento. Una pi� elevata difficolt� dei bambini si registra in alcune regioni del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna). Divari che alle medie diventano voragini. I test d'italiano sugli studenti di terza media testimoniano un difficile apprendimento e non raggiungono un livello adeguato: il 30% al Nord Ovest, il 28% nel Nord Est, al Centro il 32%, percentuali da allarme rosso al Sud il 40% e al Sud e sulle Isole il 46%. La matematica poi accentua ancora di pi� il dislivello: percentuale di studenti che non arriva ad un livello adeguato � del 32% nel Nord Ovest, del 28% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 48% nel Sud e del 56% nel Sud e Isole. In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna picchi di 55-50% di ragazzi di terza media con livelli molto bassi soprattutto in matematica e inglese, molto pi� bassi delle linee nazionali. Arriviamo in seconda superiore: per l'italiano non raggiunge il livello adeguato il 21% degli studenti del Nord Ovest, il 20% di quelli del Nord Est, il 29% degli studenti del Centro, il 40% di allievi del Sud e il 44% degli studenti del Sud e Isole. Al termine delle scuole superiori, gli allievi che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono circa il 13% del totale, ma questa quota supera il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria.

Un quadro desolante quello presentato dall'Invalsi alla Camera sulla rilevazione degli apprendimenti nelle classi II e V delle elementari, nella classe III della scuola secondaria di primo grado e nelle classi II e V della scuola secondaria di secondo grado. Riguardo l'inglese sono incoraggianti i numeri degli allievi della scuola primaria italiana, con un miglioramento nelle prove di ascolto. L'88,3% degli allievi della V elementare raggiunge il livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading) e l'84% di allievi il livello A1 del Qcer nella prova di ascolto (listening). Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al Sud circa l'85%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l'87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud.

Alle superiori invece, la prova di lettura in inglese � un tab�: all'ultimo anno della scuola secondaria superiore, il 51,8% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2 ma il 10,6% non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di scuola.

Soluzioni contro l'ignoranza dilagante

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Se l'Italia si trova in queste condizioni, con una forbice che taglia fuori l'intero Mezzogiorno, andando a incidere ulteriormente in negativo in zone di produttivit� e sviluppo molto basso, le responsabilit� non sono solo della scuola.

Societ� e famiglia giocano ruoli determinanti. Tuttavia le speranze di miglioramento della vita proprio grazie all'istruzione e alla conoscenza non sembrano ben indirizzate. E sembra impossibile non collegare questo dato col fatto che il nostro Paese abbia il Pil pi� basso d'Europa. Ma � impossibile non ricondurre questo declino agli investimenti sull'istruzione pi� volte sacrificati. In ultimo per evitare la procedura d'infrazione, con la decisione di tagliare i fondi per l'edilizia scolastica. Quando invece sugli edifici scolastici, contro l'abbandono dell'istruzione (persino quella obbligatoria) bisognerebbe invece investire e anche pesantemente. A dare una strigliata sul tema ci ha pensato il presidente della Commissione Istruzione della Camera, Luigi Gallo, che afferma �le valutazioni da sole non bastano se non si attiva un processo di miglioramento� e poi annuncia: �entro luglio presenteremo in Commissione Cultura una nostra risoluzione di indirizzo su questo tema: fulcro del nostro documento sar� eliminare l'obbligatoriet� delle prove Invalsi e lasciare alla singola scuola la libert� di svolgerle�.


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