Data: 22/07/2019 18:30:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - Molti quarantenni andranno in pensione a 73 anni e con assegni poveri, equivalenti agli attuali 300-400 euro. Ai pi� giovani potrebbe andare ancora peggio. La Cgil ha lanciato l'allarme nell'incontro "Rivolti al Futuro", lo scorso venerd�, nella sede del sindacato a Roma.

Cgil, i 40enni di oggi andranno in pensione a 73 anni

Le difficolt� riguarderanno i soggetti che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e vedono il proprio assegno calcolato integralmente con il metodo contributivo. A passarsela peggio chi � stato impiegato in lavori saltuari, part time. Vediamo pi� da vicino che succede, secondo le simulazioni del sindacato. Chi ha cominciato a lavorare nel 1996 a 24 anni con un salario annuo di 10 mila euro e un part time se ha avuto un anno di buco per ogni tre che ha lavorato, si ritrover� ad avere pensioni cos� basse da uscire solo a 73 anni. Ma la colpa non si pu� dare alla legge Fornero. Esistono vincoli legislativi che legano l'et� d'uscita all'aspettativa di vita e non permettono di staccare prima dei settant'anni al di sotto di un importo, pari agli odierni 687 euro. Situazioni che si fanno ancora pi� stringenti nel caso delle carriere discontinue. Come ha spiegato l'esperto di welfare della Cgil Enzo Cigna, il dramma sta nell'assenza �di ogni meccanismo di integrazione, che al contributivo manca, mentre c'era nel sistema retributivo�. L'idea della Cgil � quella di destinare ai giovani una pensione di garanzia, trovando un equilibrio tra contributi e vecchiaia. �Per noi dovrebbero essere assicurati almeno mille euro a chi somma 66 anni di et� e 42 di anzianit�. Inoltre, secondo il sindacalista, sarebbe comunque necessario �valorizzare a livello contributivo i periodo di stage, ricerca del lavoro, assistenza ai familiari�.

Landini: �Il sistema contributivo va corretto�

Da registrare, nel corso dell'incontro, l'intervento di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil: �� evidente: un sistema puramente contributivo, se non � corretto e se non ha al suo interno elementi di solidariet�, � un sistema che crea grandi diseguaglianze � ed aggiunge - dobbiamo fare in modo che qualsiasi rapporto di lavoro abbia dei contributi e sia utile per poter poi andare in pensione proprio perch� viene riconosciuto e dunque valorizzato�. In conclusione �Sembra un paradosso � ha precisato il segretario generale della Cgil � che da un lato mi si dice che col contributivo vado in pensione in base ai contributi, poi, per�, fino a 70 anni non posso lasciare il lavoro�.


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