Data: 10/08/2019 09:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Nei giorni scorsi, le Regioni hanno ricevuto dal Ministero della salute le nuove linee guida che dovranno orientare le attività dei pronto soccorso italiani.

Pronto soccorso: la riforma dei codici di accesso

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Tra le molteplici novità, anche una riforma dei codici di accesso, con un passaggio dai classici colori a dei nuovi colori abbinati a dei numeri, che individuano il grado di urgenza del trattamento del paziente che ha eseguito l'accesso e, conseguentemente, i tempi di attesa massimi entro il quale lo stesso deve essere visitato.

I codici del pronto soccorso

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In particolare, ecco la nuova codifica della priorità e dei tempi di attesa.

Emergenza

Numero 1: colore rosso – emergenza (interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali) – accesso immediato alle aree di trattamento.

Urgenza

Numero 2: colore arancione – urgenza (rischio di compromissione delle funzioni vitali. Condizione con rischio evolutivo o dolore severo) – accesso alle aree di trattamento entro 15 minuti.

Urgenza differibile

Numero 3: colore azzurro – urgenza differibile (condizione stabile senza rischio evolutivo con sofferenza e ricaduta sullo stato generale che solitamente richiede prestazioni complesse) – accesso alle aree di trattamento entro 60 minuti.

Urgenza minore

Numero 4: colore verde – urgenza minore (condizione stabile senza rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni diagnostico terapeutiche semplici mono-specialistiche) – accesso alle aree di trattamento entro 120 munti.

Non urgenza

Numero 5: colore bianco – non urgenza (problema non urgente o di minima rilevanza clinica) – accesso alle aree di trattamento entro 240 minuti.

Le critiche ai nuovi codici: mancano i medici

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I nuovi codici, però, non sono andati esenti da critiche.

Tra le più dure, vi è quella del presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza, Francesco Rocco Pugliese, per il quale rispettare i tempi di attesa fissati dalle linee guida è impossibile se non si pone rimedio al problema principale: la carenza di medici.

Scettico rispetto ai nuovi codici è anche il Codacons, per il quale gli stessi "di sicuro non risolveranno i problemi".


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