Data: 26/09/2019 14:00:00 - Autore: Marco Sicolo
Avv. Marco Sicolo - L'Ape social è un'indennità erogata dallo Stato, attraverso le casse dell'INPS, destinata a determinate categorie di lavoratori che non hanno ancora raggiunto l'età per la pensione di vecchiaia.

Cos'è l'Ape social

Lo scopo dell'anticipo pensionistico a carico dello Stato è quello di agevolare le condizioni economiche di tali lavoratori fino al raggiungimento dell'età pensionabile o fino alla maturazione del diritto ad una diversa forma di pensione diretta.

L'Ape social viene riconosciuta con cadenza mensile, per un importo massimo pari a 1.500 euro al mese. Una volta maturato il diritto alla pensione, l'importo complessivamente ottenuto a titolo di anticipo viene restituito allo Stato attraverso delle trattenute sul rateo mensile della pensione.

- Ape social: cos'è e come funziona

Requisiti generali Ape social

Il requisito principale per ottenere l'Ape sociale è il raggiungimento dei 63 anni di età. Inoltre, è evidente che il beneficiario non debba già essere destinatario di alcuna pensione diretta.

Inoltre, per accedere all'agevolazione in oggetto è necessario che il richiedente abbia maturato un determinato numero di anni di contributi.

In linea generale, la misura è destinata a chi ha svolto attività lavorativa dipendente, autonoma o parasubordinata. Dal beneficio rimangono esclusi, pertanto, i professionisti iscritti alla cassa di previdenza professionale.

Andiamo a vedere, nello specifico, quali sono le situazioni che permettono di accedere all'anticipo pensionistico e, per ognuna di esse, l'anzianità contributiva richiesta.

I soggetti che possono accedere all'Ape Social

Secondo la normativa introdotta in via sperimentale con la legge di bilancio 2017 e la cui validità è stata prorogata fino al 31 dicembre 2019, soddisfano i requisiti Ape social le seguenti categorie di lavoratori:

  • disoccupati per licenziamento, dimissioni per giusta causa o scadenza del contratto a tempo determinato, che abbiano lavorato come dipendenti per almeno 18 degli ultimi 36 mesi precedenti la cessazione dell'attività lavorativa e che abbiano concluso di percepire l'indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi; in questo caso, il numero di anni di contributi necessario è pari a 30;
  • lavoratori con almeno 30 anni di contributi versati che assistano da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con invalidità grave. La misura è accordata anche a chi assiste un parente o affine di secondo grado convivente, se il coniuge o i genitori di quest'ultimo hanno 70 anni o sono a loro volta invalidi o sono deceduti;
  • lavoratori con invalidità pari ad almeno il 74% e 30 anni di contributi versati;
  • lavoratori dipendenti impiegati in mansioni gravose per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni, con un'anzianità contributiva di almeno 36 anni. A titolo esemplificativo, rientrano tra le attività gravose quelle svolte da operai edili, gruisti, macchinisti, camionisti, infermieri turnisti, braccianti e pescatori.

Il termine per la presentazione delle domande

Va segnalato che i requisiti contributivi sopra esaminati sono ridotti in favore delle donne di un anno per ogni figlio, per un massimo di due anni.

È opportuno sottolineare che l'Ape social può essere riconosciuta solo se l'attività lavorativa è cessata. Va notato, però, che al beneficiario è consentito svolgere lavoro dipendente o parasubordinato, se il reddito che ne deriva è inferiore a 8.000 euro lordi all'anno, e lavoro autonomo per un reddito lordo di 4.800 euro all'anno.

Ricordiamo che per accedere al beneficio occorre presentare una preliminare domanda di riconoscimento dei requisiti e la domanda di accesso vera e propria, attraverso i canali online dell'Inps entro il 30 novembre 2019.


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