Data: 25/09/2019 22:00:00 - Autore: Redazione

di Redazione - L'attesa decisione della Corte Costituzionale è arrivata. La Consulta dopo ore di camera di consiglio per esaminare le questioni sollevate dalla Corte d'assise di Milano sull'articolo 580 c.p. riguardanti la punibilità dell'aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita, ha deciso aprendo al suicidio assistito, ammesso a talune condizioni.

La questione

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Al centro della decisione dei giudici delle leggi, si ricorda la questione della legittimità dell'articolo 580 c.p. (che punisce l'istigazione o l'aiuto al suicidio con pene tra i 5 e i 12 anni di carcere) sollevata dalla Corte d'Assise di Milano nell'ambito del processo Cappato/Dj Fabo.

Nell'ottobre scorso, la Corte aveva dato un anno di tempo al Parlamento per legiferare, ma la discussione non è mai davvero decollata.

Il processo a carico di Cappato (accusato di istigazione al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, Dj Fabo, tetraplegico in seguito a un incidente, a morire in una clinica svizzera), era stato sospeso in attesa della sentenza. E il 24 ottobre dell'anno scorso, la Corte aveva fissato l'udienza che si è svolta ieri.

- Suicidio assistito: oggi deciderà la Consulta

Non punibile chi agevola proposito di suicidio

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Nell'attesa del deposito della sentenza, la Corte ha ritenuto "non punibile ai sensi dell'articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli". E' quanto fa sapere l'Ufficio stampa della Consulta.

Vai al comunicato sul sito della Corte Costituzionale

Attendendo un "indispensabile intervento del legislatore", la Corte "ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del SSN, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente".

La Consulta sottolinea che "l'individuazione di queste specifiche condizioni e modalità procedimentali, desunte da norme già presenti nell'ordinamento, si è resa necessaria per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell'ordinanza 207 del 2018. Rispetto alle condotte già realizzate, il giudice valuterà la sussistenza di condizioni sostanzialmente equivalenti a quelle indicate".

Cappato e Gallo: "Vittoria di Fabo e della disobbedienza civile. Ora serve una legge!"

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"Da oggi in Italia siamo tutti più liberi -ha dichiarato Marco Cappato - anche quelli che non sono d'accordo. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci. È una vittoria di Fabo e della disobbedienza civile, ottenuta mentre la politica ufficiale girava la testa dall'altra parte. Ora è necessaria una legge".

La Consulta, osserva l'avv. Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni e coordinatore del collegio di difesa di Marco Cappato, "apre la strada finalmente a una buona normativa per garantire a tutti il diritto di essere liberi fino alla fine, anche per chi non è attaccato a una macchina ma è affetto da patologie irreversibili e sofferenze insopportabili, come previsto dalla nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale depositata alla Camera dei Deputati nel 2013. Mi auguro che finalmente il Parlamento si faccia vivo. Noi andremo avanti, e invitiamo a unire le forze laiche e liberali in occasione del Congresso dell'Associazione Luca Coscioni dal 3 al 6 ottobre a Bari".

- L'intervista a Marco Cappato e Filomena Gallo


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