Data: 12/10/2019 12:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - Nell'ordinamento italiano, la legge rappresenta una delle principali fonti di produzione del diritto e dunque rientra tra quegli atti e fatti idonei a produrre norme giuridiche. Nel nostro paese, tale termine viene utilizzato spesso anche per identificare provvedimenti che possono che possono promanare da diversi organi e con efficacia non analoga.

Leggi anche Le fonti del diritto

La funzione legislativa

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La nostra Costituzione, all'art. 70, stabilisce che "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere". Viene dunque definita legge "ordinaria" l'atto che viene adottato attraverso la procedura legislativa ordinaria prevista dalla costituzione agli artt. 70 e ss. e che coinvolge i due rami del Parlamento.

Tuttavia, all'art. 117, la stessa Costituzione chiarisce che la potestà legislativa spetta anche alle Regioni, nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. In questo caso, la produzione a livello regionale prende il nome di "legge regionale".

Il termine "legge" viene altresì associato alle leggi di revisione della costituzione o alle leggi c.d. costituzionali, provvedimenti che consentono di modificare (abrogare o sostituire) disposizioni contenute nella Costituzione oppure di completare, derogare o sospendere le norme contenute nella stessa. Si tratta di provvedimenti adottati secondo una procedura "aggravata" ovvero soggetta a puntuali vincoli previsti dalla stessa carta costituzionale.

Per approfondimenti La revisione della Costituzione

Legge quadro e riforma del Titolo V della Costituzione

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In passato, il nostro legislatore ha fatto spesso uso dello strumento della c.d. legge-quadro che, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione ad opera della Legge n. 3/2001, rappresenta oggi un tipo di provvedimento formalmente non più esistente.

La riforma del Titolo V, infatti, ha fortemente inciso sulla competenza legislativa delle Regioni, riconoscendogli di fatto una maggiore autonomia legislativa rispetto al passato; ora la Costituzione fissa a chiare lettere le materie in cui lo Stato ha legislazione esclusiva e quelle di legislazione c.d. concorrente delle Regioni, nonché quelle di competenza residuale delle Regioni stesse.

In passato, invece, la Costituzione si limitava a consentire alle regioni di emanare norme legislative in una serie di materie "nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre regioni".

Cosa sono le leggi quadro?

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Le leggi-quadro sono leggi della Repubblica italiana, valide sull'intero territorio dello Stato, con cui sono stati fissati i principi fondamentali relativi a determinate materie, in particolare quelle indicate nell'art. 117 della Costituzione nella sua precedente versione.

Dette anche "leggi cornice", questi provvedimenti regolamentano dunque una serie di aspetti essenziali (linee principali, requisiti, limiti, ecc.) e i soggetti a cui è conferito il potere di legiferare in quella stessa materia (ad es. le Regioni) dovranno necessariamente attenervisi.

Le più importanti leggi quadro

Sono diverse le importanti leggi-quadro adottate negli anni, dai contenuti particolarmente importanti e idonei a indirizzare l'operato degli operatori.

Tra le più note emerge la "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili" (L. n. 104/1992), tutt'ora in vigore, che detta i principi dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza della persona diversamente abile.

In materia di turismo il riferimento è stata per molto tempo la "Legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica" (L. n. 217/1983), poi abrogata dall'art. 11 comma 6 della legge 135/2001, a sua volta abrogata dal recente Codice del Turismo.

Per quanto riguarda le opere pubbliche, ha assunto notevole importanza la Legge "Merloni" (n. 109/1994), ovvero la "Legge-quadro in materia di lavori pubblici" a cui poi è subentrato il Codice degli Appalti (prima il d.lgs. n. 163/2006, poi il d.lgs. n. 50/2016 e s.m.i.).

Il settore dell'assistenza sociale, invece, è stato riformato dalla Legge n. 328/2000, ovvero la "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali".


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