Data: 09/10/2019 23:30:00 - Autore: Annamaria Villafrate

di Annamaria Villafrate - Per la riforma sul taglio dei parlamentari, i voti a favore hanno superato di gran lunga la maggioranza richiesta. Sarebbero bastati 316 voti, ma i sì sono stati addirittura 553. Sulla riduzione del numero dei parlamentari tutti sembrano d'accordo, a parte qualche voce fuori dal coro. La riforma approvata in ogni caso, come osservano diversi esponenti politici è solo il punto di partenza. Urge infatti mettere mano alla legge elettorale, ridisegnare i collegi elettorali e introdurre misure e contrappesi per bilanciare alcune storture inevitabili.

Vediamo intanto cosa succederà dopo il sì definitivo della riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari:

Taglio dei parlamentari: favorevoli e contrari

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Ben 553 i si, solo 14 i no e 2 gli astenuti. All'indomani del voto ognuno esprime ila propria idea su una riforma fortemente voluta soprattutto dal Movimento 5 Stelle, che felici del risultato si sono riuniti davanti Montecitorio con uno striscione del seguente tenore: "Meno 345 parlamentari, 1 miliardo per i cittadini". Per Giorgia Meloni le prossime riforme da fare sono il presidenzialismo e l'abolizione dell'istituto dei senatori a vita. Soddisfatti Del Rio e Zingaretti, felice che una riforma per cui si lotta da circa 20 anni sia stata votata con così largo consenso. Favorevoli alla riforma anche Fratelli d'Italia e Forza Italia. Voci di dissenso invece arrivano da Emanuele Maccaluso ex dirigente del Pc e Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc, che contesta il fatto che questa riforma non sia accompagnata nell'immediato da una nuova legge elettorale.

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Come cambia la Costituzione

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La proposta di legge sul taglio dei parlamentari approvata alla Camera va a modificare gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.

Ecco cosa cambia:

Deputati da 630 a 400

L'attuale formulazione dell'art. 56 della Costituzione prevede che un numero di deputati pari a 630, 12 dei quali eletti nella circoscrizione Estero. La proposta di legge approvata dalla Camera riduce a 400 il numero dei deputati e a 8 quelli da eleggere nella circoscrizione estero.

Modificato anche il quarto comma dell'articolo. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatti salvi i seggi assegnati alla circoscrizione estero, si effettuerà dividendo il numero degli abitanti della Repubblica risultante dall'ultimo censimento generale per 392, non più per 618.

Senatori da 315 a 200

Ridotto anche il numero dei senatori, attraverso la modifica dell'art 57. Il numero dei senatori elettivi da 315 passa a 200, 4 dei quali, non più 6, eletti nella circoscrizione estero. Passa da 7 a 3 il numero di senatori minimo per ogni Regione o Provincia Autonoma. Cambia di conseguenza anche il quarto comma, la cui formulazione sarà la seguente: "La ripartizione dei seggi tra le Regioni o le Province autonome, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall'ultimo censimento generale sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti."

Fissati nel numero massimo di 5 infine il numero dei senatori a vita che, come prevede l'art. 59 vengono nominati dal Presidente della Repubblica per meriti sociali, scientifici, artistici e letterali.

Decorrenza della riforma

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L'ultima norma della proposta di legge stabilisce che le modifiche relative agli articoli 56 e 57 della Costituzione verranno applicate a partire dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere, successiva alla data di entrata in vigore della presente legge, e comunque non prima di 60 giorni dall'entrata in vigore.

Per vedere attuata concretamente questa riforma occorre quindi attendere la prossima legislatura, anche per l'esigenza, come osservato da diversi esponenti politici, di mettere mano alla legge elettorale e ridisegnare i collegi elettorali.


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