Data: 14/10/2019 07:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - Dopo il via libera incassato dalla nota di aggiornamento al Def (Nadef), inizia ad assumere una forma sempre più dettagliata il decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio per il 2020. E, tra i maggiori pilastri della prossima manovra alla voce coperture, emerge la lotta all'evasione fiscale che, secondo le stime contenute nella Nadef, consentirebbe di recuperare oltre 7 miliardi di euro.

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Un traguardo che l'Esecutivo ritiene realistico e raggiungibile, ma che non ha mancato di suscitare dubbi da più fronti, anche perché le misure attualmente proposte apparirebbero insufficienti a raggiungere la suddetta cifra. Da Palazzo Chigi, tuttavia, tirano diritto e fanno sapere che altri provvedimenti saranno inseriti direttamente nella legge di bilancio facendo così tornare i conti.

Stretta sulle indebite compensazioni

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Se, da un lato, la lotta all'evasione fiscale passa attraverso la confisca dei beni ai fuorilegge, senza tralasciare una stretta sul gioco d'azzardo (anche attraverso agenti sotto copertura) e sulle frodi (es. carburanti e auto), una vera e propria rivoluzione sarà messa in atto relativamente alle indebite compensazioni.
Come dichiarato dal viceministro all'Economia, Antonio Misiani, "Il Governo punta al contrasto delle compensazioni indebite e a un migliore incrocio delle banche dati già in possesso dell' amministrazione finanziaria che sono potenzialmente uno strumento importantissimo per controlli mirati nei settori a più alto rischio".

Diverse sono le ipotesi al vaglio per tradurre queste intenzioni misure concrete che, presumibilmente, troveranno spazio nel decreto fiscale, atteso per la prossima settimana, che anticiperà la manovra di bilancio.

In primis, sarebbe già in corso di progettazione una piattaforma tecnologica tramite la quale l'INPS potrebbe certificare i crediti contributivi così da agevolare l'emersione di possibili compensazioni. Sotto la lente del Fisco passerebbero i crediti relativi alle imposte dirette (Irpef e Ires), all'Irap nonchè alle somme chieste a rimborso da cittadini e pensionati con i modelli «730» e «Redditi»
Dall'altro, ritardando l'utilizzo dei crediti Irpef, Ires e Irap e imponendo un meccanismo già sperimentato per l'Iva: quando l'importo che il contribuente vuole portare in compensazione supera i 5mila euro deve prima trasmettere la dichiarazione e attendere 10 giorni dopo l'invio telematico.

Cartelle non pagate e prelievo forzato dal 730

Per quanto riguarda le persone fisiche e i debitori per cartelle esattoriali, il decreto fiscale potrebbe introdurre un meccanismo per decurtare i debiti con lo Stato (dunque le eventuali somme iscritte a ruolo e non pagate) direttamente dai crediti maturati, utilizzando i modelli «730» e «Redditi» precompilati.

In sostanza, l'importo dei rimborsi spettanti in base al 730 verrebbe compensato con le somme di cui il contribuente è debitore, ovvero iscritte a ruolo, non rateizzate e non rottamate, e sulle quali non e stato proposto ricorso.

Prima di provvedere al rimborso, le Entrate andrebbero a verificate la presenza di debiti non pagati derivanti da cartelle già notificate (non oggetto di sospensione o dilazione) tramite una consultazione delle banche dati Ader.

Qualora emerga un'esposizione debitoria si provvederebbe poi a ridurla o azzerarla trattenendo quei rimborsi 730 spettanti al contribuente (es. detrazioni per spese mediche o per interventi da risparmio energetico) fino a concorrenza dei debiti a ruolo. Niente compensazione, invece, nei confronti di coloro che hanno già chiesto e ottenuto una rateazione.

Il prelievo "forzato" e "automatico" sul 730 consentirebbe allo Stato di ridurre notevolmente i tempi di recupero delle somme di cui è creditore, riducendo il contenzioso, mentre per il cittadino non rischierebbe un aumento incontrollato del proprio debito nel tempo. Si stima che un simile efficientamento della riscossione garantirebbe all'Erario centinaia di milioni di euro.

Crediti Ires, Irpef o Irap

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Si prevede, inoltre, una stretta sulle compensazioni dei crediti anche per le imprese. In particolare, per recuperare in compensazione crediti IRES, IRPEF e IRAP di importo superiore a 5.000 euro sarebbe necessario (come avviene oggi per l'IVA) l'apposizione del visto di conformità del professionista.

Il contribuente dovrà poi indicarlo in dichiarazione prima di poterlo utilizzare a riduzione di debiti fiscali (compensazione verticale), contributivi o locali (compensazione orizzontale). La conseguenza è che, per la compensazione dei crediti, imprese e professionisti sarebbero tenuti ad attendere dicembre poiché la scadenza per l'invio telematico del modello «Redditi» è stata spostato al 30 novembre.

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