Data: 04/01/2020 14:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – Si deve iniziare da subito ridiscutere "quota 100". Nonostante sia un tema caldo per la maggioranza, già dal mese di gennaio dovranno partire i tavoli per arrivare preparati ed evitare il vulnus che si creerebbe tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 a fine sperimentazione triennale. Certo è che l'idea di toccare Quota 100, come anche il Reddito di cittadinanza, non piace al Movimento 5 Stelle che di questi temi ha fatto i suoi cavalli di battaglia.

I lavori ripartono a gennaio

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Chi si occuperà di mettere in moto la macchina? Intanto è già al lavoro il Cnel, a cui si aggiunge il tavolo al ministero del Lavoro con le parti sociali. E poi ci sarebbero due commissioni tecniche che valutino, con una certa celerità, la "gravosità" delle occupazioni e analizzino la spesa pubblica in materia previdenziale ed assistenziale fornendo utili indicazioni entro il 31 dicembre del 2020 per correttivi e riorganizzazioni.

Quota 100 resta e cambiano i requisiti

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Cosa potrebbe succedere dunque? Come riporta il Sole 24 Ore, si potrebbe ad esempio mantenere Quota 100, alzando i requisiti minimi a 64 anni di età e 36 di contributi e, soprattutto, configurando l'assegno da erogare in versione solo contributiva (come nel caso di opzione donna), ovvero con un ricalcolo contributivo dell'intero montante.

L'uscita a seconda delle gravosità della categoria lavorativa

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Pensa ad un'altra soluzione Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, secondo il quale sarà necessario far ricorso alle uscite anticipate tarate sul grado di "gravosità" delle varie categorie lavorative e di incrementi dell'aspettativa di vita bloccati per anno di nascita del lavoratore-pensionato. A sostegno di questa ipotesi la previsione della commissione tecnica per lo Studio delle attività gravose, che è stata nuovamente prevista dall'ultima manovra insieme a quella sulla separazione della previdenza dall'assistenza.


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