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Data: 03/01/2020 19:00:00 - Autore: Redazione di Redazione - Il veganesimo etico è come una religione e i suoi seguaci non possono essere discriminati per questo. È quanto ha deciso un tribunale britannico in un caso destinato a fare scuola. Veganesimo come religione[Torna su]
A portare la querelle davanti ai giudici del lavoro di Norwich a 160 km da Londra è stato un dipendente "vegano etico" licenziato nel 2018, dalla League Against Cruel Sports –organizzazione benefica a difesa degli animali e contro sport come la caccia – a suo dire, per aver obiettato sulla circostanza che il fondo pensioni dell'organizzazione stava investendo in società coinvolte nei test sugli animali ed averlo reso pubblico dopo che le lamentele non avevano prodotto effetti. Per l'uomo, il licenziamento era stato dettato dal suo credo nel "veganesimo etico". L'organizzazione, dal suo canto, ha respinto le accuse sostenendo di aver licenziato il dipendente per "cattiva condotta". Cos'è il veganesimo etico[Torna su]
Il veganesimo etico non riguarda solo una dieta a base di vegetali ma esclude ogni forma di sfruttamento animale anche nella vita quotidiana. Rientrano nel "credo" sia il non usare indumenti di lana, che il non sedersi su sedili fatti di pelle, così come l'evitare qualsiasi prodotto testato su animali, e finanche l'uso dei mezzi pubblici che incidentalmente potrebbero schiacciare o comunque uccidere insetti o uccelli. Vegani: no discriminazione[Torna su]
Il tribunale del lavoro del Regno Unito, come riportato dalla Stampa, è andato a favore dell'uomo sostenendo che il veganesimo etico ha tutti i requisiti per essere considerato un credo filosofico e religioso e dunque protetto dall'Equality Act del 2010, per cui i suoi seguaci non possono essere sottoposti a discriminazione sulla base delle loro convinzioni. |
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