Data: 04/01/2020 20:36:00 - Autore: Redazione

di Redazione – User e password fornite dallo Stato per accedere a tutti i servizi digitali della PA Queste le dichiarazioni della ministra dell'innovazione Paola Pisano alla trasmissione Eta Beta di Radio 1. Dichiarazioni rimbalzate immediatamente sui social dove si è scatenata la polemica soprattutto sul fronte privacy. E non sono bastate le rassicurazioni del ministero e della stessa Pisano per placare gli animi.

Pisano: "unica password fornita dallo Stato"

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"Con l'identità digitale noi avremo un'unica e sola user e password per accedere a tutti i servizi digitali (ndr della Pubblica Amministrazione)". Queste le parole della ministra che hanno incendiato gli animi, scatenando critiche copiose sul fronte privacy e sicurezza e preoccupazioni sui rischi di un Grande Fratello che possa spiare i cittadini anche nel privato. Ai microfoni della trasmissione, la ministra aveva cercato di spiegare i benefici dell'autenticazione, ossia l'uso delle credenziali anche per accedere ai servizi dei privati, ad es. per comprare su Amazon o per accedere al proprio conto in banca, o ancora per prenotare un'auto in sharing. E user e password, secondo la ministra, e qui si è scatenato il putiferio "dovrebbero essere dati dallo Stato - perché - è lo Stato l'unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadino. Lei lo sa quante truffe ci sono sull'identità su Internet".

I chiarimenti del ministero

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L'allarme scatenato dalle dichiarazioni è stato frenato subito dalla precisazione del ministero via Twitter: "Nessuna nuova proposta, né nuova password di Stato. Il ministro Paola Pisano a Eta Beta Radio1 si riferiva a #Spid già usata da 5 mln di italiani. L'intenzione da discutere con tutti gli interlocutori istituzionali competenti è solo quella di affidarne la gestione direttamente allo Stato".

Tweet seguito a ruota da quello della stessa Pisano, intervenuta per chiarire la faccenda: "Vediamo di sgombrare il campo da ogni equivoco: l'identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, potrebbe essere ulteriore sistema di autenticazione".

Sul tema è intervenuto a gettare acqua sul fuoco anche il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia. "Sull'identità digitale c'è stato un malinteso e la Ministra Pisano ha chiarito – ha detto Boccia - In ogni caso, decideremo ogni dettaglio nel confronto in corso tra le forze politiche. Le strategie sul digitale sono un pezzo fondamentale del programma di governo, l'Italia come tutta l'Unione europea deve recuperare terreno sul piano delle regole condivise su fisco, gestione dati, diritti, conflitti d'interesse e privacy e ha bisogno del contributo non solo della maggioranza ma di tutto il Parlamento. Le regole di funzionamento della società digitale non sono regole settoriali ma riguardano ogni ambito della vita sociale ed economica e sarà necessaria la massima condivisione politica nel Paese e in Parlamento. Anche perché servirà una pianificazione finanziaria a lungo termine per fare del digitale e delle competenze ad esso connesse un asset strategico dello Stato".

Password di Stato, le polemiche continuano

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Precisazioni e chiarimenti tuttavia non sono serviti a fermare gli animi. Dal lato politico, il Pd chiede un "confronto urgente" in materia. L'ex-ministro della Pa, la dem Marianna Madia, ha commentato: "Sono molto perplessa per le posizioni espresse oggi dalla ministra Pisano relative all'identità digitale. Credo occorra un confronto urgente sulle scelte complessive del Governo in materia di digitale e dati. Si tratta di un tema strategico per i diritti dei cittadini, la democrazia e la competitività del Paese. Alcune scelte meritano un approfondimento e un confronto ampio e non possono essere rilasciate ad improvvisazioni estemporanee'. Sempre su Twitter arriva anche il commento di Filippo Sensi: "A me questa cosa mette i brividi" e da Capitanio della Lega, "lapsus o no" si chiedono le dimissioni.

Intanto sui social continua a infuriare la polemica con l'hashtag #Pisano.


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