Data: 08/01/2020 15:30:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax – L'introduzione del salario minimo è uno degli obiettivi che si è prefissata la nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. E il nostro Paese è uno di quelli in cui questa previsione manca.

Il salario minimo in Italia

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Secondo le indiscrezioni sulla bozza di legge al vaglio di Bruxelles, riportate da Europatoday, in Italia il salario minimo potrebbe essere di 950 euro lordi mensili come retribuzione di base. Ma come si arriva a questa cifra? L'ipotesi è quella di stabilire la percentuale al 60% della retribuzione media mensile di ciascun Paese. Considerato che, nel nostro Paese, il salario medio lordo mensile è intorno ai 1.570 euro, una misura del genere comporterebbe una salario minimo di circa 950 euro.

Italia, tra i pochi paesi senza salario minimo

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Non solo l'Italia, ma figurano attualmente anche Danimarca, Finlandia, Svezia, Austria e Cipro, tra i pochi nell'Ue a non avere una base comune. L'idea dell'Esecutivo dell'Ue, è quella di stabilire i criteri coi quali individuare il salario minimo comune. a tal proposito, il prossimo 14 gennaio, a Bruxelles ci sarà una consultazione pubblica. Il problema più grave da affrontare sarà al Consiglio degli Stati membri: poiché Paesi nordici, infatti, si oppongono a uno strumento del genere. Considerato che in Danimarca, Svezia e Finlandia vi è una lunga tradizione di contratti collettivi che potrebbe venire incrinata con l'introduzione di un salario minimo 'rigido' a livello Ue.

Salario minimo europeo, le criticità

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Ancora, tra le criticità c'è il fatto che i salari minimi più bassi nell'Ue rappresentano già oggi oltre il 50% del salario mediano dei Paesi interessati (Bulgaria, Lettonia, Romania e Ungheria). Ciò premesso la soglia del 60%, in altre parole, non avrebbe grandi effetti. Ma secondo Eurostat, solamente 3 Francia, Portogallo e Slovenia hanno salari minimi sopra il 60% delle retribuzioni medie. Al contrario la media Ue dei salari minimi (laddove esistono) è ben sotto il 50%. Un'ulteriore criticità è rappresentata dalla necessità di una valutazione del costo della vita. I salari, infatti, non vanno visti solo in termini assoluti, ma anche in base al potere d'acquisto. Se il salario minimo in Bulgaria è di 286 euro (il più basso in Ue), mentre in Lussemburgo è di 2.071 (il più alto tra gli Stati membri), questa forbice si dimezza se si parametrano le retribuzioni al rispettivo costo della vita.


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