Data: 26/10/2021 06:00:00 - Autore: Lucia Izzo

Riforma costituzionale: 18enni potranno eleggere i senatori

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Anche i diciottenni potranno votare per il Senato. La legge di riforma costituzionale, che parifica a quello della Camera l'elettorato attivo del Senato, dopo l'approvazione definitiva da parte del Senato (testo qui sotto allegato) è stata promulgata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella giornata di martedì 19 ottobre 2021, a tre mesi di distanza dal sì definitivo di palazzo Madama, per consentire l'eventuale richiesta di un referendum conservativo.

In Senato, la riforma della Costituzione aveva raccolto il voto favorevole di 178 senatori, mentre 5 avevano votato contro e 30 avevano preferito la via dell'astensione.

La legge costituzionale n. 1/2021 (sotto allegata) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 4 novembre 2021.

Ricordiamo che l'art. 138 della Costituzione prevede che, qualora nella seconda votazione (richiesta per le leggi di revisione e le leggi costituzionali) una delle Camere non approvi la riforma a maggioranza di due terzi dei suoi componenti, sarà possibile sottoporre la legge stessa a referendum popolare. E i due terzi, quanto alla riforma in esame, sono mancati in occasione del voto alla Camera dei deputati.

Come dichiarato da Stefano Ceccanti (PD) dopo l'ultima votazione "con il voto favorevole del Senato nell'ultima lettura della riforma che darà finalmente ai diciotto-venticinquenni l'elettorato attivo al Senato, il Parlamento afferma il proprio ruolo nell'aggiornamento costituzionale. Bisognerà attendere tre mesi per l'entrata in vigore perché a causa di alcune assenze non si è arrivati ai due terzi". Per Ceccanti, inoltre, "c'è di che essere soddisfatti non solo nel merito, perché alcuni milioni di cittadini maggiorenni avranno finalmente la pienezza dei diritti e perché diventa così praticamente impossibile che le Camere nascano con maggioranze diverse, ma anche per il metodo".

Senato, svolta epocale: voto a 18 anni

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La riforma che consente di votare i membri del Senato a partire dai 18 anni di età sarà dunque attuata a partire dalle prossime elezioni politiche. Si stima che saranno circa 4 milioni i giovani, tra i 18 e i 24 anni che grazie a questa modifica della Costituzione acquisteranno l'elettorato attivo per eleggere i rappresentanti a Palazzo Madama. "In questo modo - ha commentato Federico D’Incà, ministro M5S per i Rapporti con il Parlamento - favoriamo la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica e ci allineiamo agli altri Paesi europei".
Come ricordato dal relatore Dario Parrini (dem), presidente della Commissione Affari Costituzionali, all'indomani del voto del Senato, ciò consentirà alle due Camere di avere la stessa base elettorale e dunque le medesime maggioranze politiche. A lui aveva fatto eco la capogruppo Pd Simona Malpezzi, secondo cui la riforma costituzionale che consentirà ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni di poter votare per entrambi i rami del Parlamento "darà maggiore stabilità e consentirà un funzionamento migliore delle nostre istituzioni" e contribuirà infatti a ridurre i problemi di efficienza.
Si sono astenuti, invece, i rappresentati di Forza Italia. Come dichiarato in aula dal vicepresidente vicario dei senatori FI, Lucio Malan "Noi abbiamo grande rispetto per i giovani ma anche per la serietà e i giovani non ci chiedono di votare per il Senato, chiedono invece serietà, più opportunità e meglio di altri respingono la politica dei like, di cui questa riforma è chiara espressione”.

Come cambia la Costituzione

L'art. 58 della Costituzione, nella sua originaria formulazione, prevede che l'elezione dei senatori avvenga a suffragio universale e diretto chiamando al voto gli elettori e le elettrici che abbiano superato il venticinquesimo anno di età. Per essere eleggibili a senatrici o senatori, il requisito anagrafico è il compimento del quarantesimo anno di età.

La riforma costituzionale va quindi a ritoccare l'art. 58 sopprimendo il requisito del superamento del 25esimo anno di età richiesto per poter votare i futuri senatori.

Rimane, invece, la possibilità di eleggere a senatori solo coloro che abbiano compiuto almeno 40 anni, nonostante in un primo momento si fosse pensato di eliminare anche questo requisito, abbassando l'età minima per essere eletti senatori a 25 anni. Ipotesi che è saltata lasciando dunque inalterato l'età minima richiesta di 40 anni.


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