Data: 10/02/2020 14:00:00 - Autore: Annamaria Villafrate

di Annamaria Villafrate - L'autoconsumo collettivo, seppur in via sperimentale, arriva anche nel nostro Paese. La direttiva UE 2018/2001 ha messo il primo mattone sull'autoconsumo collettivo e le comunità energetiche, ora spetta al Governo mettere in atto le misure attuative. Il Presidente della commissione Industria Gianni Girotto del M5S, dopo un iniziale rifiuto, ha ricevuto l'ok all'emendamento al Milleproroghe, per avviare fino al 30 giugno 2021 e solo per i piccoli impianti, la sperimentazione sull'autoconsumo collettivo.

Chi fosse interessato, anche per finalità di studio dei costi benefici, può prendere parte all'iniziativa di RSE, comunicando la propria disponibilità entro e non oltre il 14 febbraio 2020, visitando il sito per maggiori dettagli sulle condizioni di partecipazione e sulle modalità di presentazione del progetto.

Cos'è l'autoconsumo collettivo

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L'autoconsumo collettivo è un sistema che consente alle "comunità energetiche" di cittadini o agli abitanti dei condomini di poter produrre, utilizzare, immagazzinare e vendere energia elettrica, risparmiando sulla bolletta, attraverso la predisposizione di impianti fotovoltaici. L'autoconsumo collettivo è in grado di rendere più efficienti i consumi elettrici, grazie alla messa in comune delle utenze elettriche e allo scambio dell'energia accumulata, diminuire i costi di trasporto che insieme agli oneri di sistema, aumentano il costo dell'energia e consumare meno energia dei fornitori.

Direttiva UE 2018/2001 e autoconsumo collettivo

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L'autoconsumo collettivo è uno degli obiettivi della Direttiva europea 2018/2001, che promuove l'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Nel suo considerando n. 66 la Direttiva, stante la crescente incidenza dell'autoconsumo di energia rinnovabile, sancisce la necessità di introdurre la definizione di "autoconsumatori di energia rinnovabile" e di "autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente" e di stabilire un quadro normativo che consenta agli autoconsumatori di energia rinnovabile di produrre, utilizzare, immagazzinare e vendere energia elettrica senza dover sostenere costi eccessivi.

Emendamento Girotto sull'autoconsumo collettivo condominiale

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L'autoconsumo collettivo in condominio e la creazione di comunità di autoconsumo diventeranno gradualmente una realtà anche in Italia, grazie all'emendamento presentato dal presidente della commissione Industria Gianni Girotto del M5S.

Senza attendere di completare l'iter di recepimento della Direttiva Europea 2018/2001 si vuole infatti avviare una fase di sperimentazione fino al 30 giugno 2021 solo per piccoli impianti fino a 200 kW. Partenza che tuttavia deve attendere la conversione in legge del Decreto Milleproroghe e la successiva emanazione, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, di un provvedimento di Arera contenete le regole di attuazione.

Le ragioni dell'emendamento sull'autoconsumo collettivo in condominio

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Nel presentare il suo emendamento, Girotto fa presente che "ci sono 20 milioni di cittadini che vivono una situazione paradossale ed antieconomica: abitano in condominio (ve ne sono un milione e duecentomila sparsi da Nord a Sud), vogliono risparmiare sulla bolletta elettrica, ma in pratica non possono farlo perché le leggi attuali gli impediscono di usufruire della corrente elettrica che potrebbero auto-prodursi con un proprio impianto fotovoltaico sul tetto. Quando questa norma diventerà legge milioni di cittadini avranno l'opportunità di risparmiare sulla bolletta elettrica, autoproducendosi la corrente elettrica mediante impianti 'comuni', vuoi sul tetto di un condominio per coloro che vi vivono, vuoi in qualsiasi altro sito per cittadini che vogliono agire collettivamente formando appunto una 'Comunità dell'energia' che si costruisce propri impianti per utilizzarne poi la corrente prodotta".

Come si potranno creare le comunità energetiche

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L'emendamento, come anticipato, prevede che per i progetti pilota è possibile attivare l'autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili o realizzare vere e proprie comunità energetiche rinnovabili. In pratica i condomini o i membri di una comunità energetica possono associarsi, stipulando un contratto e autoconsumare energia rinnovabile prodotta dai loro impianti, consumandone così meno dai fornitori.

Incentivi a zero ripercussioni sull'Erario

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L'emendamento Girotto mira a far si che i consumatori attingano sempre meno dalla rete, senza che questo comporti però un gettito minore per l'Erario. I nuovi incentivi non andranno ad aggiungersi a quelli esistenti, ma andranno semplicemente a sostituire quello dello "scambio sul posto".

A un decreto del Mise il compito di definire una tariffa incentivante per remunerare gli impianti, al posto del meccanismo dello scambio sul posto, nel rispetto dell'equilibrio complessivo degli oneri presenti in bolletta e senza la possibilità di cumulare tali incentivi con quelli del Dm 4 luglio 2019 Fer 1.

Progetto sperimentale RSE

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Come si legge sulla home page del sito RSE Ricerca del settore energetico Spa, società di ricerca del settore energetico del gruppo GSE "RSE cerca partner per studi sull'autoconsumo collettivoProroga al 14 Febbraio". L'obiettivo, per contribuire al recepimento della Direttiva Red II e della Direttiva IEM, è di effettuare "un'analisi costi-benefici dell'autoconsumo collettivo condominiale o di edificio, dal punto di vista energetico, economico, ambientale e sociale, ed inoltre individuare le barriere (regolatorie, tecniche, normative, amministrative, ambientali, sociali, ecc.) che potrebbero limitarne lo sviluppo."

La RSE invita i soggetti interessati a proporre progetti di autoconsumo collettivo a prendere parte allo studio. RSE precisa che "Per autoconsumo collettivo si intende uno schema di autoconsumo "M a N", in cui uno o più impianti di generazione installati in uno stesso edificio o condominio alimentano sia le utenze comuni (es. luci scale, ascensori, …), sia le singole utenze private, in linea con la definizione di "autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente" della Direttiva (UE) 2018/2001. Gli impianti di generazione possono anche essere di proprietà o gestiti da terzi diversi dai titolari delle utenze alimentate (autoconsumatori), purché tali terzi siano soggetti alle istruzioni degli autoconsumatori stessi."

Nella fase iniziale di sperimentazione, come precisa RSE, vengono adottati schemi "virtuali" perché "l'infrastruttura fisica di connessione e di misura non necessita di essere modificata rispetto all'esistente" e "le misure rilevate in ciascun punto di immissione o prelievo dalla rete pubblica (POD) consentono di attribuire a ciascuna utenza la propria quota di energia autoconsumata, sulla base di criteri liberamente definiti nell'ambito dell'edificio o condominio (ad esempio, in proporzione ai consumi di ciascuna utenza in ciascun intervallo temporale di misura)".

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