|
Data: 15/02/2020 15:00:00 - Autore: Redazione di Redazione - Ai domiciliari le madri con figli gravemente disabili, a prescindere dall'et� del bambino e dalla durata della pena, a meno che il giudice non riscontri un concreto pericolo per la sicurezza pubblica. � quanto ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza n. 18/2020 depositata ieri (relatrice la presidente Marta Cartabia).
Incostituzionale l'art. 47-quinquies 1� co. Ordinamento penitenziario[Torna su]
Il giudice delle leggi, con la decisione sotto allegata, ha bocciato l'art. 47-quinquies, 1� comma dell'Ordinamento penitenziario (legge n. 354/1975), laddove non prevede che la detenzione domiciliare "speciale" sia concessa anche alle madri di figli con pi� di dieci anni, se affetti da grave disabilit� ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992. Rimosso il limite di et� di 10 anni del figlio disabile[Torna su]
Nel solco di quanto gi� affermato nel 2003 sulla detenzione domiciliare "ordinaria" (sentenza n. 350, relatrice Fernanda Contri), i giudici hanno ora rimosso anche per la detenzione domiciliare 'speciale' il limite di et� dei dieci anni del figlio affetto da grave disabilit�. Questa misura, infatti, anticipa il comunicato stampa della Corte, "� finalizzata principalmente a tutelare il figlio, terzo incolpevole, bisognoso del rapporto quotidiano e delle cure della madre ristretta in carcere". Consulta: va tutelata la vulnerabilit� dei pi� fragili[Torna su]
La sentenza, scrive la Consulta, "si inserisce nell'ambito di una copiosa giurisprudenza costituzionale che considera le relazioni umane pi� prossime, specialmente familiari, fattori determinanti per la tutela effettiva delle persone pi� fragili". Per tale motivo la Corte costituzionale ha ritenuto che la detenzione domiciliare debba essere concessa alla madre di un figlio gravemente disabile, "considerata la sua particolare vulnerabilit� fisica e psichica, qualunque sia l'et�, anche in nome della protezione della maternit� (articolo 31 Costituzione), cio� del legame tra madre e figlio, che non si esaurisce affatto nelle prime fasi di vita del bambino".
|
|