Data: 10/11/2006 - Autore: Silvia Vagnoni
L'introduzione del c. d. processo societario (D. Lgs. n. 5/03) rappresenta una delle principali novit� in materia processuale civile degli ultimi anni. Si tratta di una disciplina speciale, formatasi con lo stratificarsi di successivi interventi normativi, che aspira ad una propria autonomia ma che non pu� non integrarsi con le regole del codice di rito per tutti i numerosi aspetti non espressamente regolamentati. Sebbene questo nuovo modello processuale non sia stato ancora esteso alla generalit� dei procedimenti civili, come pure inizialmente prospettato, esso riveste un notevole interesse sia sul piano teorico che su quello pratico. Da un lato, sono stati introdotti meccanismi operativi che si allontanano decisamente da quelli tradizionali del codice di procedura civile e quindi richiedono di essere conosciuti e approfonditi per essere utilizzati in modo efficiente; dall'altro, la non esaustivit� delle regole processuali previste per le controversie "commerciali" costringe l'interprete ad una delicata opera di coordinamento con le altre disposizioni del codice e delle leggi speciali. A circa tre anni dall'entrata in vigore della riforma, l'interprete e l'operatore pratico si confrontano con una gi� nutrita e sovente contraddittoria giurisprudenza, che alimenta piuttosto che sciogliere i dubbi prospettati dalla dottrina. L'analisi si concentrer� sul procedimento societario "ordinario", su quello sommario, nonch� sulle peculiarit� della tutela cautelare nel contesto societario. Il primo argomento � sicuramente il pi� complesso per gli addetti ai lavori. Sia il procedimento sommario che la normativa sui provvedimenti cautelari, d'altro canto, presentano caratteri fortemente innovativi, non solo sul piano pratico, ma anche su quello teorico.

Il programma analitico dell'iniziativa e le modalit� di partecipazione.
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